Era il 13 maggio 1981 quando il mondo si fermò a causa dell’attentato ai danni di papa Giovanni Paolo II, ferito da due colpi di arma da fuoco sparati da Ali Ağca, un terrorista turco. Erano le 17.17 quando i proiettili della pistola calibro 9 colpirono Giovanni Paolo II (il primo gli spezzò l’indice della mano sinistra e gli penetrò profondamente nel ventre, mentre il secondo lo colpì di striscio sul bracciio) e subito si generò il caos tra la folla di fedeli (altre due donne furono ferite). Renato Buzzonetti, medico personale del Pontefice, si occupò immediatamente di lui che, privo di conoscenza, fu trasportato d’urgenza al Policlinico Gemelli per essere operato.
Papa Giovanni Paolo II fu dato per spacciato e ricevette anche l’unzione degli infermi da don Stanislao Dziwisz. Furono necessarie oltre cinque ore di intervento per salvargli la vita e l’intervento fu molto delicato a causa del proiettile che gli perforò l’osso sacro.
“Prego per il fratello che mi ha colpito, al quale ho sinceramente perdonato. Unito a Cristo, sacerdote e vittima, offro le mie sofferenze per lo Chiesa e il mondo“.
Queste le parole del Papa diffuse la domenica successiva, che due anni dopo, nel Natale del 1983, incontrò l’attentatore in prigione e lo perdonò.
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17 Maggio 2015 @ 16:41
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