L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) aggiorna la sua banca dati sui consumi alimentari: saranno 100mila le persone monitorate in 23 Stati membri, in grado di restituire una fotografia accurata di come mangiano i cittadini dell’Unione. Dati preziosi, da utilizzare per valutare l’esposizione a sostanze tossicologicamente attive (come contaminanti ambientali, metalli pesanti, residui fitosanitari) e in modo da garantire le stime più precise possibili. Dati che permettono ai valutatori del rischio di calcolare l’esposizione dei consumatori a tali pericoli.
La nuova banca dati ora comprende anche il gruppo dei lattanti, mentre si allarga la platea di Stati membri che hanno fornito dati sui bambini dai 3 ai 10 anni (da 14 a 19 paesi), sugli adolescenti dai 10 ai 18 anni (dai 12 ai 19 paesi). I paesi che hanno fornito informazioni sul gruppo degli anziani a loro volta sono cresciuti da 9 a 15, e 6 Stati membri hanno fornito dati più recenti.
Ma non solo i dati che coprono i vari gruppi anagrafici sono aumentati. E’ aumentata anche la precisione del sistema di classificazione dei dati, che consentirà di effettuare valutazioni dell’esposizione più precise e sofisticate, tanto che l’Organizzazione mondiale dell’alimentazione e dell’agricoltura (FAO) e l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ad adottare il sistema EFSA come base per un sistema a scala mondiale.
Il potenziamento della banca dati sui consumi alimentari è l’ultima iniziativa attuata dall’EFSA nell’ottica di creare un bacino di dati sui consumi alimentari che consenta confronti diretti tra Paese e Paese e l’individuazione di tendenze paneuropee. Un pilastro fondamentale di questa strategia è il progetto EU Menu dell’EFSA, che mira ad armonizzare le metodologie di raccolta dei dati in tutta l’UE.