A pochi giorni dalla visita di Michelle Obama a Expo 2015, l’Adi- Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica plaude all’impegno della First Lady, ma sottolinea come i soli proclami non bastino a combattere l’epidemia dell’obesità e le problematiche nutrizionali.
Nel “Manifesto delle criticità in Nutrizione Clinica e Preventiva per il quadriennio 2015-2018”, messo a punto in occasione dell’Expo, l’Adi stima che in Italia le persone che soffrono di problemi legati alla nutrizione sono almeno 17 milioni, con un impegno economico per la collettività non inferiore ai 30 miliardi di euro l’anno e il trend è in crescita. In termini di aggravio economico a livello mondiale, la sola obesità si colloca al 3° posto dopo fumo di sigaretta e guerre/terrorismo.
“Ci fa molto piacere” afferma il Prof Lucio Lucchin, Past President ADI e promotore del Manifesto “notare come la First Lady abbia sposato i principi della dieta mediterranea che nel 2010 l’Unesco ha definito patrimonio immateriale dell’umanità, e che presenta alla base una serie di concetti quali la convivialità e le tecniche di cucina proprie dell’area mediterranea e cioè del nostro paese. In Italia dovremmo portare avanti questa cultura sempre e non ricordarci della salute solo se il testimonial è importante o se fa notizia. L’obesità è un’epidemia globale e per essere gestita in modo adeguato è importante affrontarla in maniera costante e soprattutto ricordandosi che il paziente obeso non va colpevolizzato”.
Il Manifesto dell’Adi ha il patrocinio del Padiglione Italia di EXPO 2015 ed è stato elaborato e sottoscritto da 19 Società Scientifiche, 12 Università, 6 Fondazioni e Centri di Ricerca e 5 Associazioni di cittadini e pazienti. L’ampio network che si è creato denota quanto sia sentita la necessità di intervento in nutrizione clinica e preventiva. Il documento intende fungere da stimolo costruttivo a livello istituzionale e vuole promuovere una seria riflessione nei cittadini italiani sui temi legati alla nutrizione, affinché siano adeguatamente informati e partecipi delle principali criticità che il Paese deve affrontare.
Il documento individua 10 criticità importanti: sovrappeso-obesità, diabete, malnutrizione calorico-proteica, sarcopenia, disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, nutrizione artificiale e domiciliare, comportamenti nutrizionali a rischio, tossinfezioni alimentari, carenze nutrizionali e nutraceutica.
“E’ piuttosto scontato che in Italia la predisposizione di documenti risulti il più delle volte inutile, ma non si può prescindere dal farlo se si tenta la condivisione di contenuti. Il superamento collegiale di diffidenze e particolarismi è l’unico strumento per creare la giusta pressione socio-culturale al cambiamento” dichiara il Prof Lucio Lucchin. “E’ incomprensibile l’assenza di un adeguato investimento strategico in nutrizione clinica e preventiva nell’ambito della politica sanitaria nazionale. Se nutrire l’individuo è lo scopo principale del cibo, dovrebbero essere chiaramente definite e pubblicizzate le priorità/emergenze nutrizionali da affrontare su scala nazionale per poter rendere efficaci i modelli d’intervento sia di tipo preventivo e terapeutico che di pianificazione agro-alimentare per le popolazioni”. “A prescindere dalla posizione occupata nel rating, le voci identificate rappresentano con certezza le principali criticità nutrizionali da affrontare” dichiara Lucchin “continuare a rimandare la pianificazione strutturale e organizzativa di queste problematiche potrebbe rivelarsi nel giro di pochi decenni un effetto boomerang per la società italiana. Ecco perché nel Manifesto abbiamo fatto una miscellanea di proposte sostenibili di intervento dal punto di vista dell’informazione, della comunicazione, dell’educazione, del welfare, della cultura e dell’eco-sostenibilità”.
Fra le proposte di intervento quelle risultate più urgenti sono: l’inserimento della nutrizione clinica nei piani formativi del medico; risolvere la confusione di ruoli e competenze tra le tante, troppe, figure professionali che offrono prestazioni in ambito nutrizionale; migliorare l’insufficiente integrazione ambiente – salute; migliorare l’organizzazione strutturale pubblica in nutrizione clinica e preventiva, rendere l’educazione alimentare vincolante nei piani formativi scolastici; creare una task force di specialisti del settore che contrasti l’emissione di messaggi scorretti e fuorvianti sui media.
“Padiglione Italia è orgoglioso di aver patrocinato e promosso la costituzione di un gruppo di lavoro così importante come quello che ha dato vita al Manifesto” conclude il prof Enzo Grossi, advisor scientifico di Padiglione Italia. “Nel documento non ci si è limitati ad elencare problemi, ma abbiamo presentato una serie di proposte di intervento sostenibili grazie al coordinamento straordinario tra medici, scienziati, associazioni e accademici, messo in campo per la prima volta in Italia”.
Expo 2015, Adi: “17 milioni di italiani soffrono di problemi legati alla … – Newsgo | Scienza degli Alimenti
22 Giugno 2015 @ 14:21
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