Era il 15 settembre 1971 quando Jim Bohlen, Irving Stowe e Paul Cote salparono da Vancouver a bordo del peschereccio “Phyllis Cormack” per impedire l’esplosione di una bomba nucleare ad Amchitka (si temeva che lo scoppio potesse causare un danneggiamento alla zona naturale protetta e potesse provocare un terremoto e un maremoto). Con loro c’erano altri volontari e alcuni giornalisti, tra i quali Robert Hunter del “Vancouver Sun”, Ben Metcalfe della Canadian Broadcasting Corporation e Bob Cummings del “Georgia Strait”. Questa è quella che viene considerata la prima missione di Greenpeace, un’organizzazione globale indipendente che agisce per proteggere l’ambiente e promuovere la pace. L’esito non fu positivo: dopo due settimane la Guardia Costiera statunitense fermò il peschereccio per non aver eseguito tutte le operazioni doganali necessarie durante una sosta. Il fallimento però non portò alla rinuncia da parte degli attivisti e ben presto anche la stampa iniziò a parlare di Greenpeace.
Anche la gente iniziò a supportare Greenpeace e grazie ai nuovi volontari e alle donazioni fu possibile organizzare un’altra spedizione, la Greenpeace Too, che ebbe esito negativo dato che il 6 novembre la bomba esplose. Tantissime le proteste successive che si scatenarono gli Stati Uniti e in Canada e che portarono all’interruzione di test nucleari in Amchitka.
Come si può leggere sul sito di Greenpeace, la missione dell’organizzazione viene attuata favorendo una rivoluzione energetica che aiuti ad affrontare i cambiamenti climatici; difendendo gli oceani attraverso la creazione di una rete globale di riserve marine; proteggendo le ultime foreste primarie del mondo e le popolazioni che dipendono da queste; lavorando per il disarmo e la pace attraverso la richiesta dell’eliminazione di armi nucleari; creando un futuro libero da sostanze tossiche; promuovendo l’agricoltura sostenibile attraverso il rifiuto degli organismi geneticamente modificati.