Erano le 21.15 del 3 settembre 1982 quando la macchina sulla quale viaggiavano Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carrano, fu affiancata da una BMW guidata da Antonio Madonia e Calogero Ganci in via Isidoro Carini. Dalla loro auto partirono dei colpi di Kalashnikov.
Anche l’auto sulla quale viaggiava Domenico Russo, agente della scorta, fu affiancata da una moto e su questa c’erano un killer e Pino Greco, un mafioso, che uccise l’agente con un fucile.
L’auto del Prefetto sbandò inevitabilmente e andò a sbattere contro il bagagliaio di una Fiat parcheggiata. Greco a quel punto scese dalla moto e controllò l’esito dell’attentato.
Carlo Alberto Dalla Chiesa a partire dal 1978 si occupò della controffensiva sui gruppi eversivi della sinistra, riuscendo ad ottenere grandi risultati dato che fu lui stesso, in qualità di capo del nucleo speciale antiterrorismo dei Carabinieri, ad avviare il processo di disgregazione del fenomeno che stava ormai dilagando in Italia.
Proprio gli ottimi risultati ottenuti lo portarono a Palermo in qualità di Prefetto. Ma oltre a non aver ricevuto poteri speciali che gli erano stati promessi, fu costretto a fronteggiare la cosiddetta Seconda guerra di mafia in atto a Palermo. In quel periodo, infatti, i Corleonesi stavano uccidendo ogni nemico sulla loro strada per ottenere il potere.
Le modalità di esecuzione fecero subito scalpore in quanto le vittime furono assassinate dai colpi di un’arma da guerra. In seguito si arrivò a pensare che la morte del Prefetto potesse essere collegata al memoriale redatto da Aldo Moro nei giorni del suo sequestro e l’ipotesi riuscì ad ottenere attenzione in sede giornalistica e giudiziaria perché si pensa che Dalla Chiesa ebbe modo di visionare il materiale nella versione integrale.
Il giorno dei funerali, che si tennero a Palermo nella chiesa di San Domenico, una grande folla presenziò e protestò contro i politici accorsi. L’unico che non fu maltrattato fu Sandro Pertini, al tempo Presidente della Repubblica.
Di quel giorno si ricordano bene le parole dette dal cardinale Pappalardo:
“Mentre a Roma si pensa sul da fare, la città di Sagunto viene espugnata dai nemici [..] e questa volta non è Sagunto, ma Palermo. Povera la nostra Palermo”.
Il 4 settembre è anche stato affisso un manifesto lungo via Carini, che recitava: “Qui è morta la speranza dei palermitani onesti“. Il giorno dopo, invece, una chiamata anonima arrivata al quotidiano La Sicilia, annunciò: “L’operazione Carlo Alberto è conclusa”.
Carlo Alberto Dalla Chiesa, insignito di medaglia d’oro al valore civile alla memoria, è stato un generale, Prefetto, partigiano e fondatore del Nucleo Speciale Antiterrorismo.