Whoopi Goldberg, nome d’arte di Caryn Elaine Johnson, è nata il 13 novembre 1955 a New York, città in cui è cresciuta con la madre e il fratello Clyde. Il padre abbandonò la famiglia quando lei aveva sette anni e da quel momento fu la madre a prendersi cura dei figli. Da piccola le diagnosticarono la dislessia e questo fu uno dei motivi per cui decisi di abbandonare la scuola appena 17enne. Ma Whoopi Goldberg sapeva già quale sarebbe stata la sua strada e lo capì grazie alla passione per la serie tv Star Trek. Proprio per questo negli anni Settanta lasciò gli studi e partecipò a dei musical di Brodway.
Ma non fu tutto facile nella sua vita e in quel periodo dovette fare i conti anche con l’abuso di sostanze stupefacenti. Questo problema la portò a doversi disintossicare e ci riuscì con l’aiuto di Alvin Martin, assistente sociale che sposò nel 1973, e con il quale ebbe la sua unica figlia, Alex, anche lei attrice, che mise al mondo a 18 anni. Ma il matrimonio non durò a lungo e dopo il divorzio, avvenuto nel 1979, Whoopi Goldberg si trasferì a San Diego con la figlia e lì svolse diversi lavori, da muratore a lavapiatti, fino a truccatrice per un’impresa di pompe funebri. Fu in quel periodo che adottò il nome Whoopi e il cognome Goldberg (cognome della madre).
Fu Mike Nichols, un registra statunitense, a notarla negli anni Ottanta e a portarla a Brodway e lì attirò l’attenzione di Steven Spielberg, che nel 1985 le offrì il ruolo principale ne “Il colore viola”, film che le valse una Nomination agli Oscar e la vittoria del Golden Globe come Miglior attrice protagonista. Quel film la lanciò ad Hollywood, ma quell’anno fu particolarmente ricco per lei dato che vinse un Grammy Award per il disco “Whoopi Goldberg: Original Brodway recording” e un Drama Desk, onorificenza assegnata a spettacoli teatrali e musical Off Brodway, per il musical “Whoopi Goldberg”.
Negli anni Ottanta fu protagonista di diversi film che le diedero modo di mostrare la propria bravura sia nell’interpretazione di ruoli drammatici che comici e tra questi si ricordano Jumpin’ Jack Flash, che segnò il suo debutto nella commedia, Affittasi ladra e Il grande cuore di Clara. E a metà degli anni Ottanta (1986) convolò a nozze una seconda volta, stavolta con David Claessen, direttore alla fotografia, dal quale divorziò nel 1989. Quello fu anche l’anno in cui diventò nonna per la prima volta.
Gli anni Novanta si aprirono con la partecipazione al video “Liberian Girl” di Michael Jackson e con l’interpretazione della sensitiva Oda Mae Brown in “Ghost -Fantasma”, che le valse il secondo Golden Globe, il Saturn Award come Miglior attrice non protagonista e l’Oscar nella medesima categoria. Il ruolo le fece conquistare consensi sia della critica che del pubblico e questi aumentarono quando nel 1992 tornò sugli schermi ne “I protagonisti” e “Sister Act – Una svitata in abito da suora”. La seconda interpretazione le fece conquistare una nomination ai Golden Globe. E nel 1994 tornò a vestire i panni di Maria Claretta in “Sister Act 2 -Più svitata che mai”.
Si aggiudicò due candidature agli Emmy Award e nel 1994 fu la prima donna a presentare gli Academy Awards (quella non fu l’ultima volta dato che l’esperienza si ripeté nel 1996, nel 1999 e nel 2002). Nel frattempo si dedicò anche al doppiaggio e diede voce alla iena Shenzi de Il Re Leone, ma tornò a recitare in “Una moglie per papà”. Si sposò una terza volta con Lyle Trachtenberg, attore anche lui, ma il matrimonio durò un solo anno e in seguito lei si legò a Frank Langella, col quale si lasciò nel 2001.
Whoopi Goldberg, da sempre molto attiva nel sociale, portò avanti la battaglia per i diritti degli omosessuali e la comunità Gay la premiò con il Gay & Lesbian Alliance Against Defamation nel 1999, anno in cui partecipò anche a “Ragazze interrotte” e vinse un Imagine Award come Miglior attrice non protagonista per “Benvenuta in paradiso”.
Gli anni Duemila segnarono una svolta negativa in quanto gli unici ruoli rimasti impressi furono quelli in “Rat Race” e “Star Trek: La nemesi”. Intanto continuò ad avere successo in tv e a teatro. Nel 2002 si aggiudicò un Emmy Award per “Beyond Tara: La vita straordinaria di Hattie McDaniel” e vinse un Tony Award ed un Drama Desk Award per il musical “Millie“. Inoltre, entrò nella Walk of Fame di Hollywood
Il mancato arrivo di copioni la portò ad annunciare il ritiro, ma restò in quel mondo restando protagonista in televisione, a teatro, nella produzione, nel doppiaggio, nella scrittura, nella radio e nel cinema indipendente. La sua versatilità e i ruoli interpretati hanno fatto di lei una delle sole 12 persone ad aver vinto l’EGOT, i quattro premi principali che negli Usa vengono assegnati annualmente.