Spalletti in conferenza: “Bisogna partire forte, dobbiamo subito sterzare e riappropriarci delle nostre qualità. Mi aspetto da domani una reazione fortissima”
Il ritorno di Spalletti ha già riportato entusiasmo nell’ambiente giallorosso, ma la Roma adesso dovrà far vedere sul campo che il cambio in panchina era un atto necessario per ripartire. Il mister toscano, come detto da Sabatini, avrà il compito di portare quella mentalità vincente che è mancata nella gestione Garcia. Il primo a parlare in conferenza stampa è stato Baldissoni, che ha presentato il nuovo mister
“Il cambio dell’allenatore è sempre la certificazione di un qualcosa che non funziona, ma è anche la prima scelta per una possibile soluzione. Viviamo la scelta con entusiasmo e con la convinzione di poter fare meglio perché i programmi della Roma non sono cambiati, vogliamo essere comeptitivi. Voglio ringraziare ancora una volta Rudi Garcia per la sincera passione con cui ha svolto il suo lavoro. Passione che avrà anche Spalletti, allenatore che di certo non devo presentarvi io. Do il bentornato a Luciano Spalletti alla Roma“.
Poi è stato il mister toscano a rispondere ai giornalisti.
“Io sono tornato qua perché ho già allenato la Roma e so quanto è bello allenare questa squadra e in questa città. Naturalmente ci vorrà del tempo per stare al passo con le migliorie che ci sono state. La buona impressione è stata il primo allenamento e poi si è confermata nel secondo e nel terzo, cosa che non credevo. Ho trovato dei ragazzi attentissimi e questo è il miglior messaggio ricevuto. Quando c’è il cambio dell’allenatore c’è il pericolo di essere disturbati per via dell’amarezza, ma non è stato così. Anche a me dispiace per Garcia perché ha fatto buone cose e ha lasciato dei record, ma poi si accorgerà che non farà testo e farà il meglio nella sua carriera. In bocca al lupo Rudi“. E non ha risparmiato battute: “Io sono venuto qui perché allenare la Roma è bellissimo. Il resto è tutto cancellato, per me è tutto nuovo. Sono venuto qui anche perché me l’hanno chiesto tre tifosi speciali, a cui non potevo dire di no. Sono i miei figli: Samuele, Federica e Matilde, loro sono rimasti sempre della Roma. Mia moglie mi ha mandato la foto di mia figlia con la sciarpa della Roma a quattro anni”.
Sulla sfida contro il Verona:
“Io sono fermamente convinto che in questo calcio il nervoso, il temperamento, siano più importanti delle gambe. Nella preparazione di un calciatore bisogna includere anche i periodi trascorsi fuori dalla squadra e quando si fa questo lavoro si cerca sempre la strada più breve. Non si può rifare una preparazione di tre mesi. I giocatori non hanno alibi, siamo in ritardo e abbiamo una sola strada: vincere subito. O si vince o altrimenti le stesse persone che ieri erano in aeroporto e mi hanno salutato in maniera calorosa tra due mesi saranno lì che mi prendono per un orecchio e mi fanno fare il giro della città. Ho un vantaggio, che la conosco già, ma me la fanno fare lo stesso”.
A Spalletti è anche stato chiesto di tre giocatori specifici: Florenzi, Pjanic e Gervinho.
“Florenzi? È un 2 o un 7? Secondo me è un 3 e mezzo. Gli ho visto cambiare più ruoli e li ha fatti bene tutti, quindi sarà un problema. Questo discorso si può provare ad ampliarlo. Questo attuale è un calcio di livello, gli allenatori ora allenano i principi di gioco che gli schemi di gioco. Ci sono meno rigidità sul modo di stare in campo. Si chiama diversamente da 4-4-2, 4-2-3-1, è più un 4-2 e mezzo-3 e mezzo. Ci sono giocatori che fanno più ruoli, il calcio si è elevato, grazie agli allenatori che hanno permesso ai calciatori di sviluppare un qualcosa di più totale, più di squadra. Il Napoli, la Fiorentina, l’Empoli, il Torino di Ventura, sono tantissime le squadre che giocano un buon calcio. C’è qualcosa di nuovo, di più elastico, ci siamo avvicinati al calcio europeo. Un calcio più piacevole per il pubblico, per tutti quello che seguono questo sport”.
Spelletti ha le idee chiare sugli obiettivi della squadra da qui a fine stagione e la lontananza di Pallotta non è un problema:
“Io spero di avere la mia Roma sin da subito perché altrimenti sarebbe un problema dato che le altre corrono. Bisogna partire forte, dobbiamo subito sterzare e riappropriarci delle nostre qualità. Mi aspetto da domani una reazione fortissima. Pensavo non mi sarebbe stato chiesto degli obiettivi, ma ho risposto prima. Il primo impatto deve essere la prima partita. Vedremo se riusciremo a cambiare velocemente. A Pallotta porterò una maglia della Curva più grande perché sarebbe segno della crescita della squadra. Il mio ritorno non è dipeso da quello che loro mi hanno messo sul piatto. A me faceva piacere allenare la Roma, è stato facile subito. La differenza la si fa qui dentro. Lui ha un sentimento forte per la nostra città e per la nostra squadra, ha una passione sfrenata per questa squadra, ho visto come gira per casa. Per noi deve essere importante, poi quelli che vestono la maglia della Roma lo devono percepire e secondo me hanno percepito che amore c’è per questa squadra. Francesco avrà sicuramente trasferito quello che è la sua storia e quello che ha vissuto in questa squadra, c’è solo da fare dei punti in fretta”. Poi su Totti: “A Francesco ho dato più di quello che avevo. Ho cercato di non disturbare il suo talento e ora sarò in sintonia con quella che è stata la prima scelta. Sulla questione contratto non posso essere io a influenzare quello che deve essere un contatto diretto tra giocatore e presidente“.
C’è stata anche una domanda sul mercato e sui possibili nuovi innesti:
“Prima di tutto devo giocare con i giocatori che ho a disposizione perché non li conosco tutti e mi sembra di essere già in ritardo perché domani devo mettere in campo la squadra. Chiaramente ci sarà un confronto poi e parleremo delle cose che probabilmente possono essere aggiustate“.
Come giocherà la Roma di Spalletti? Il mister tornerà al 4-2-3-1 o cambierà? Tutto dipenderà dagli interpreti:
“Andando fuori nelle nuove esperienze ho assorbito e conosciuto cose nuove. Quel 4-2-3-1, che sarà riproponibile, ha fatto delle cose meravigliose, mi divertivo, mi sono quasi eccitato. Dicevo quasi che senza allungare il campo si sarebbe sempre fatto quello, ora si farà qualcosa di diverso ed è da provare velocemente, la squadra deve essere apertissima ad assimilare nuove notizie. Garcia ha fatto un buon lavoro perché io ho visto la Roma giocare delle partite, dei periodi splendidi. Ha fatto tutto quello che doveva fare. Io probabilmente cambierò qualcosa, ma l’obiettivo è sempre quello di migliorare. Noi abbiamo un centrocampo fantastico e passa tutto da lì. Castan? Si è allenato e ha fatto tutto quello che doveva fare, sta bene. Rudiger sa fare benissimo anche il terzo centrale. Un Pizarro? Ne abbiamo ben quattro, ci posso far giocare tutti lì. De Rossi lo sa fare, Pjanic lo sa fare, Willi lo sa fare… Vainqueur? E’ Willi. Abbiamo diversi calciatori che possono far quelli che prendono in mano il gioco della squadra. lo stesso Pizarro era un trequartista e noi lo abbiamo tirato dietro, quella Roma lì lo ha fatto diventare preciso per quel ruolo. Qualche partita di Rudi l’ho vista e De Rossi giocava basso, ma a turno Nainggolan e Mire venivano a giocare basso e Daniele si alzava di dieci metri. Lui diventa fondamentale, perché è il giocatore con più esperienza e qualità, anche se magari non le sfrutta tutte giocando in certe posizioni però due tre le fa. Mii ha dato la sua completa disponibilità anche quella di fare qualcosa di particolare che mi ha fatto molto piacere perché lo pensavo cos
Immancabile un commento sulla Curva assente:
“Questo è un dispiacere che ti ferisce il cuore. Vedere questo stadio con poche migliaia di persone dentro è desolante. Per le grandi risalite e per i grandi periodi ci vogliono più qualità, una grande società e una Curva che ruggisce e che canta. Se non ci sarà questa componente noi perderemo una spinta importantissima. Ora mi devono sostenere perché c’è bisogno di loro. Per me domani la Curva è piena“.