Il 17 marzo 1861, dopo anni di moti risorgimentali e guerre d’indipendenza, fu ufficializzata la nascita del Regno d’Italia. Dopo aver mandato via i Borboni dal Regno delle Due Sicilie, aver spazzato via i vari ducati che controllavano il territorio e aver ridotto il potere dello Stato Pontificio, il piano di Cavour si realizzò quasi completamente (mancavano ancora dei territori, Roma ad esempio) e si iniziò a parlare di Italia e non più. Un personaggio chiave che guidò gli insurrezionalisti fu Giuseppe Garibaldi che, a capo dei Mille, sbarcò in Sicilia e sconfisse i Borboni. E quei successi portarono sempre più consensi ai Savoia, tanto che diversi nobili appoggiarono la causa. I Mille e i volontari che gli si aggregarono trionfarono anche in Calabria e in Campania e il Regno delle Sue Sicile fu annesso al Regno di Sardegna grazie a un referendum.
Iniziata il 6 maggio 1860, la spedizione dei Mille si concluse il 7 novembre dello stesso anno quando avvenne il famoso incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, che nel frattempo aveva occupato i territori dello Stato pontificio nelle Marche e in Umbria, a Teano. Il 17 marzo 1861 la Camera ufficializzò la costituzione del Regno d’Italia e nominò Vittorio Emanuele II Re con la legge n. 4671:
“Vittorio Emanuele II, re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme ecc. ecc. ecc.
Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue.
Articolo unico:
Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi successori il titolo di Re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli Atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come Legge dello Stato.
Dat. a Torino, addì 17 marzo 1861.Vittorio Emanuele
C. Cavour. M. Minghetti. G.B.Cassinis. F.S. Vegezzi M. Fanti. T. Mamiani. T. Corsi. U. Peruzzi“.