La Roma aveva gridato al complotto dopo le due giornate di squalifica inflitte a Kevin Strotman, resosi protagonista di un gesto antisportivo durante il derby (ha gettato acqua addosso a Cataldi e poi si è lasciato andare a terra dopo che l’avversario ha provato ad afferrarlo da dietro). Stamattina Mauro Baldissoni, l’amministratore delegato della società, è arrivato presso la Corte d’Appello Sportiva insieme al giocatore e ha spiegato come – secondo il loro punto di vista – non ci fosse accesso alla prova tv per un caso del genere e come “ogni nuova frontiera che va a mettere in dubbio la solidità dell’impianto sportivo esistente pone a rischio la regolarità del campionato“.
E la Corte ha dato ragione alla Roma visto che nel dispositivo ha scritto che “non può escludersi che sulla caduta a terra del calciatore Strootman abbia inciso la condotta del calciatore Cataldi consistita nella trattenuta della maglia del primo”, trattenuta vista dall’arbitro che infatto ha espulso il laziale. Quanto poi questa trattenuta abbia influito sulla caduta dell’olandese, “questa Corte non può entrare nel merito della sussistenza del rapporto tra causa ed effetto in un determinato episodio simulatorio”.