05/05/2017 – Oggi in occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia al Teatro Eliseo di Roma la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, e la Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, Filomena Albano, hanno firmato un Protocollo d’intesa per promuovere azioni congiunte per diffondere la cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nelle scuole.
Alla mattinata di dibattito e confronto hanno partecipato la direttrice della Polizia Postale Nunzia Ciardi, il direttore artistico del Teatro Eliseo e fondatore della Fondazione “Luca Barbareschi Onlus – dalla parte dei bambini” Luca Barbareschi e circa 670 fra studentesse e studenti che hanno potuto poi confrontarsi con le istituzioni e porre le loro domande. Il dibattito è stato moderato dal giornalista Francesco Giorgino.
“Il Protocollo siglato oggi è per voi, per le vostre famiglie per le vostre e i vostri insegnanti – ha dichiarato la Ministra Fedeli – metteremo in campo azioni concrete di formazione e informazione, andando nelle scuole per dare tutti gli strumenti alle docenti e ai docenti e fornire parole e linguaggi nuovi e approcci più coinvolgenti per ragazze e ragazzi per conoscere i propri diritti. Vanno create le condizioni perché adulte e adulti, bambine e bambini, ragazze e ragazzi ne abbiano conoscenza e possano difenderli”.
“È necessario intervenire con tutti gli strumenti a disposizione per rompere il muro del silenzio – ha aggiunto Filomena Albano – per assicurare che le vittime, dirette o indirette, trovino gli interlocutori e gli spazi giusti per aprirsi e raccontare quello che spesso non riescono a dire in famiglia: per pudore, per paura di deludere gli adulti, perché non sanno dare un nome al disagio che provano davanti alle richieste degli abusanti”.
Nunzia Ciardi, direttrice della Polizia Postale, ha ricordato l’esistenza anche di un commissariato on line attraverso il quale ragazze e ragazzi possono far pervenire le loro denunce. “Noi siamo lì per ascoltarvi. Spesso le giovani e i giovani non parlano perché vivono con vergogna il fatto di essere caduti nella rete di qualche adulto. Dobbiamo dire loro che non è una vergogna cadere in una trappola del genere, non si può combattere da soli, bisogna parlarne”.
Luca Barbareschi, infine, ha portato la propria testimonianza sulle violenze subite da ragazzino e ha spiegato con chiarezza a studentesse e studenti che “chi è vittima non è colpevole, è un errore pensarlo. Non siete voi ad avere colpa, ma chi vi fa violenza. Quando l’ho detto a mio padre non mi ha creduto: allora non si parlava di questo fenomeno, ma oggi c’è un ascolto diverso da parte di genitori e insegnanti. Bisogna denunciare se una persona vi dà fastidio”.