Siglato protocollo per la gestione delle Rems (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), ovvero strutture che dal 2015 hanno sostituito i vecchi Ospedali Psichiatrici Giudiziari, i cosiddetti OPG. Si tratta di un accordo tra Regione Lazio, Ministero della Giustizia, Corte di Appello di Roma, Procura Generale della Repubblica, per gestire, in uno spirito di collaborazione e totale sinergia, l’esecuzione delle misure di sicurezza – applicate in via definitiva o provvisoria – nei confronti di soggetti che, affetti da vizio parziale o totale di mente, vengono condannati a scontare le stesse all’interno delle Rems del Lazio.
Il protocollo è stato firmato stamane presso la Corte di Appello di Roma dal presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti; Gennaro Migliore Sottosegretario al Ministero della Giustizia; dal Presidente della Corte di Appello di Roma, Luciano Panzani e Giovanni Salvi, Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Roma. Nel Lazio sono 5 le Rems attive, di cui due sono ubicate a Palombara, le altre tre a Subiaco, Pontecorvo (struttura che ospita solo donne) e Ceccano. L’accordo – come spiegato nel corso della conferenza – prevede prima di tutto la definizione delle modalità operative di collaborazione tra magistrato/perito-consulente/
In un’ottica di collaborazione con il Ministero, la Regione Lazio, fornisce all’ufficio dell’esecuzione penale esterna (UEPE) l’elenco dei referenti dei DSM che collaborano all’attuazione dei PTRI (progetti terapeutici riabilitati individuali) dei pazienti, mettendo a disposizione dell’autorità giudiziaria la lista aggiornata delle strutture residenziali. In base a quanto emerso stamane, in prossimità della scadenza della misura di sicurezza, il magistrato di sorveglianza può autorizzare un periodo di licenza finale di esperimento (LFE), ex art. 53 Ordinamento Penitenziario, della durata di mesi sei – eventualmente rinnovabile – durante il quale il paziente, sottoposto al regime della libertà vigilata, può essere inserito in una struttura terapeutica residenziale o presso la famiglia al fine di proseguire la fase di riabilitazione e reinserimento nel territorio con opportuno Progetto Terapeutico Individualizzato (P.T.I.). L’accordo prevede infine anche che periodicamente venga convocato il Tavolo Sanità-Magistratura istituito presso la Direzione Salute e Politiche Sociali della Regione Lazio, per monitorare l’applicazione del protocollo d’intesa.