Roma, 15 gennaio- La procura di Palermo ha inviato 13 avvisi di comparizione per altrettanti ex capigruppo della scorsa legislatura, le accuse vanno dal peculato al probabile danno erariale. Ci troviamo di fronte ad un nuovo caso di spese pazze dei fondi pubblici destinati ai partiti, anche se i diretti interessati parlano di spese politiche. Non è ben chiaro come abbiano usato in modo politico fumetti di Diabolik, biancheria intima, borse e gioielli firmati, ma forse è a noi che sfuggono i moderni usi della politica. Evidentemente però sfuggono anche alla Procura di Palermo, che sta svolgendo indagini su 97 deputati ed ex deputati, fra cui ci sono i 13 invitati a riferire di fronte all’autorità giudiziaria. Nell’indagine è stato coinvolto anche il parlamentare, Davide Faraone, responsabile del Welfare della segreteria nazionale del Pd e protetto di Renzi, che non si è ancora espresso in proposito. Fra gli altri indagati ci sono l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio, l’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo e l’ex capogruppo Pd Antonello Cracolici. Fra una battuta e un reato (Lombardo già sotto processo per associazione mafioso ha ironizzato che ormai colleziona avvisi di garanzia) l’unico a difendere gli imputati è il vice-premier Angelino Alfano. Il quale ha dichiarato di essere un garantista sincero, e non interessato come certa sinistra, dichiara quindi tutta la sua vicinanza al parlamentare Faraone per il terremoto mediatico scatenato contro di lui. Intanto il Procuratore aggiunto della Corte dei Conti ha spiegato che le indagini per danno erariale andranno avanti, visto che non è facile, in questo campo distinguere, il lecito dall’illecito, ma anzi il confine è ancora piuttosto labile.
di Elisa Bianchini