Conoscere Palestrina, il XIII capitolo sarà dedicato al Tempio della Fortuna. Vedute e interpretazioni nel corso dei secoli
La collana ‘Conoscere Palestrina‘ e l’editore Massimo Guerrini fanno XIII e “fare 13“, in gergo, è espressione idiomatica con cui si attribuisce a una persona la capacità di prevedere una serie di eventi futuri. Ma c’è di più: il caso vuole che questo nuovo volume scritto e curato dal professore Jörg Martin Merz e intitolato ‘Il Santuario della Fortuna – Vedute e interpretazioni nel corso dei secoli’ sia particolarmente attinente proprio a ciò che concerne la sorte. Un caso? Per chi ama la simbologia legata alla cabala dei numeri probabilmente no, però sta di fatto che la fortuna bisogna crearsela, o in altri termini andarsela a cercare. Perché solo così ci si rilancia, solo così si resiste nel tempo. Abnegazione, attitudine, passione e un po’ di fortuna aiutano in egual modo. Quanto basta per rilanciarsi e scoprire nuove le opportunità che ci circondano.
Novità – Il tredicesimo capitolo della collana ‘Conoscere Palestrina’, quindi, non è solo l’ultima fatica in termini temporali di un’avventura iniziata nel lontano 1999, ma anche il tentativo di rinnovarsi. In particolare, ‘Il Santuario della Fortuna’ è frutto di una collaborazione, di una co-edizione fra la Massimo Guerrini Editore e le Edizioni Articolo Nove di Simona Iacono. Un’edizione curata dal professore Jörg Martin Merz, storico dell’Arte e autore di numerosi articoli e pubblicazioni che spaziano dal Barocco romano all’architettura moderna. Un’edizione che per la prima volta conterrà un’introduzione al testo in cinque lingue: estone, russo, francese, inglese e italiano.
La cultura non ha frontiere – Le cinque lingue in cui è stata tradotta l’introduzione, quest’ultima ancora una volta affidata a Massimo Guerrini, ha l’ambizioso progetto di sdoganare il nome di Palestrina e delle sue ricchezze oltre confine, alla ricerca di un pubblico più vasto, ma soprattutto incuriosito e innamorato della cultura a 360°. Se vogliamo farci ascoltare, del resto, bisogna mettere nelle condizioni i nostri interlocutori di farlo nel migliore dei modi e la parola è strumento assai potente quando si vuole diffondere il messaggio della conoscenza.
Scrive Guerrini nella sua introduzione:
Settant’anni orsono due infaticabili studiosi come Giorgio Gullini e Furio Fasolo, coordinati dal Prof. Salvatore Aurigemma, si tirarono su le maniche della camicia inamidata, nel caldo torrido del luglio del 1944, con le macerie della Città ancora fumanti, e cominciarono a scavare e a riportare alla luce, frammento dopo frammento, il grande Santuario Prenestino di Fortuna.
Fu un lavoro immane del quale non finiremo mai di stupirci.
Il loro contributo giunse alla fine di un percorso di più di sei secoli durante il quale umanisti, architetti, eruditi e appassionati tentarono di dare un’immagine a questo straordinario monumento, celato sotto i quartieri della Città alta, dello Sprecato, della Cortina, del Borgo, squarciati dalle bombe alleate.
Muovendosi fra la finzione e la realtà, fra l’immaginazione e il dato reale, a partire dal Rinascimento e fino ai primi del Novecento, questi uomini redassero un paesaggio di ricostruzioni, vedute e visioni, oggi sparpagliate nei musei e nelle biblioteche di mezzo mondo, che difficilmente trova riscontro nella storia degli studi archeologici e del disegno urbano.
Loro non ebbero la possibilità di vedere quello che oggi apprezziamo “noi” cittadini di Palestrina e del territorio, “noi” turisti in visita alla nostra Città. Era come se non esistesse…
Eppure avviarono un lavoro certosino, di esercizio e di studio, che coinvolse figure straordinarie dell’età rinascimentale e moderna, come Giuliano da San Gallo o Andrea Palladio, Pietro da Cortona e Domenico Castelli, o gentleman della Royal Institut of British Architects come Harold Bradshaw o dell’École Française de Rome, come Jean-Nicolas Huyot e Paul Blondel.Riunire virtualmente, in una rassegna ragionata e critica, questa documentazione rappresenta di certo non un caso inedito bensì un’importante opportunità per dare valore e seguito al lavoro di questi studiosi, protrattosi per più di mezzo millennio.
Il prof. Merz, studioso di fama internazionale, ha interpretato con dovizia di particolari e con una luce attenta e critica la diversa documentazione esistente, offrendo ancora una volta la possibilità di comprendere come “gli altri” hanno scrutato la nostra Città, le sue rovine, il nostro patrimonio, secondo sensazioni e stimoli, sia personali che documentali.
Le diverse tavole che tentano di ricostruire nei secoli l’imago del Santuario prenestino di Fortuna finiscono più delle volte per restituire una fotografia aerea o prospettica della nostra Città, che spesso ci spinge nell’errore di condurci alla ricerca di una “Città Tempio” invece che ad un Tempio all’interno della Città, cognizione completamente non adeguata né sulla base dei reali dati archeologici né della tradizione storico letteraria e documentaria.
Al di là di questo pericolo, oramai peraltro completamente superato e condiviso a livello accademico, i disegni partecipano complessivamente ad una trasmissione sempre più affascinante e accattivante diremmo, di quella prenestinitas che continua a farci sognare ad occhi aperti al cospetto delle mastodontiche rovine della nostra Città, e del suo Tempio.Celebrare ancora una volta la capacità straordinaria di continuare ad attrarre che possiede questo monumento inestimabile ed il fascino che ne avvolge i destini, è per me una grande occasione, una storica opportunità di cui mi sento altamente responsabile, oggi che a settant’anni di distanza piangiamo ancora le nostre vittime della guerra ma al contempo gioiamo per i capolavori ritrovati.
Ecco perché ho scelto di pubblicare il XIII volume della Collana Conoscere Palestrina proprio su questo tema, perché dare visibilità a questo patrimonio di testimonianze del genio e della mente umana costituisce un grande momento di riconoscenza per Palestrina e le sue ricchezze.
Di cui, peraltro, non smetto mai di innamorarmi sempre più.L’Editore
Massimo Guerrini