Assoluta incapacità e inerzia sono i capi d’accusa che hanno portato il Codacons a denunciare il Commissario Tronca
A Roma sale la febbre elezioni, ma c’è chi si preoccupa del presente e dell’Amministrazione che sta governando, o almeno dovrebbe, la città. Il condizionale è d’obbligo in questo caso dato il Codacons ritiene che Tronca non abbia fatto nulla per risolvere le problematiche che affliggono la Capitale e proprio per questo – secondo il presidente Rienzi – dovrebbe fare un passo indietro e dimettersi, anche se a dargli tale incarico è stato il Governo. Incapacità e inerzia sono i capi d’accusa:
“L’assoluta incapacità ed inerzia manifestata a 360 gradi dall’ amministrazione capitolina nella gestione delle problematiche che hanno messo in ginocchio la Capitale, oltre ad evidenziare responsabilità e fattispecie penalmente rilevanti, potrebbe far emergere illeciti fonti di danno erariale. Si riteneva che l’ insediamento del commissario Straordinario Tronca alla guida di Roma Capitale avrebbe potuto risollevare le sorti della Città eterna, invece di eterno permangono: 1) il degrado, 2) la sporcizia, 3) l’ invasione di topi , 4) lo smog e l’ annosa problematica connessa all’inquinamento, 5) l’ inefficienza e insufficienza dei trasporti pubblici tra scioperi, continui stop ed irregolarità e discontinuità del servizio , problemi strutturali delle stazioni e guasti tecnici , 6) la microcriminalità dilagante, 7) il vandalismo, 8) la sosta selvaggia e l’ illegittimo parcheggio di autovetture e moto sui marciapiedi, 9) l’ eterno problema delle buche stradali”.
Evidente che il Commissario straordinario Tronca non sia riuscito a far ripartire una macchina tanto danneggiata quanto Roma. Certo, il compito non è dei più semplici, ma il Codacons sottolinea come la città non faccia altro che sprofondare ancora di più nel degrado e proprio per questo “si ritiene indispensabile intervenire in primis nella risoluzione definitiva dei problemi cronici che attanagliano la capitale, come evidenziati, investendo per restituire Roma ai romani e al mondo, il tutto nel rispetto dei principi di imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità, oltre che nell’ ottica di correttezza e trasparenza della P.a.”
Il Codacons ha dunque chiesto alla Procura di Roma di “compiere tutte le indagini necessarie al fine di accertare se nei fatti esposti siano ravvisabili responsabilità nonché la possibilità del configurarsi di diverse fattispecie penalmente rilevanti quali l’ interruzione di pubblico servizio ex art. 331 c.p. nonché quella di cui all’ art. 328 c. p. – reato di Rifiuto di atti d’ ufficio. Omissione, oltre che omesso controllo e vigilanza, mancata manutenzione e danno ambientale e alla violazione del fondamentale principio di rango costituzionale di tutela del patrimonio storico e artistico e del paesaggio della nazione (art. 9 cost.e cnfr. inoltre art. 117 cost. comma 2 lett. s), utilizzo illecito di fondi pubblici e concorso nel reato di inquinamento ambientale e al danno alla salute”.
Come se non bastasse, il Codacons ha anche chiesto alla Corte dei Conti di verificare la corretta destinazione dei fondi pubblici.