Roma, 6 marzo – Erano riusciti a crearsi un proprio canale di vendita ai Castelli Romani, poi si erano allargati offrendosi come ‘Società fornitrice di servizi’ per importare la cocaina dal Nicaragua anche in Calabria ed in Puglia. Un traffico internazionale di sostanze stupefacenti imponente che però i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno fermato questa mattina con una vasta operazione, chiamata “Bate” e che ha portato all’esecuzione di 20 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone operanti tra la zona di Lanuvio, Albano Laziale, Castel Gandolfo, Genzano, Nemi, Aprilia, la Locride calabrese e Bari. Nove gli arresti eseguiti nella Capitale, 4 a Platì (in provincia di Reggio Calabria) e 3 in Puglia, 27 le perquisizioni, con ben 58 chili di cocaina, 1300 litri di carburante e 2513 metri di cavi di rame rubato ritrovati.
Nel corso della notte i militari hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica (Direzione Distrettuale Antimafia), a carico di un gruppo di soggetti ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di “associazione per delinquere transnazionale”, finalizzata al “traffico internazionale di sostanze stupefacenti” e “associazione per delinquere” finalizzata alla commissione di “reati contro il patrimonio”. Un’indagine che ha preso corpo nel 2012 quando i carabinieri sequestrarono 2600 chili di cocaina nell’ambito dell’Operazione Meta. La cocaina veniva occultata nelle pietre con carichi di circa 80 chili occultati in 50 pietre a volta. Ad insospettire i militari anche il tipo di pietra importato, facilmente reperibile anche nel nostro Paese.
E’ stato inoltre accertato che il gruppo romano, oltre a continuare l’attività di spaccio ai Castelli Romani, forniva il proprio servizio di importazione di cocaina a due gruppi criminali, uno operante in Puglia nella zona di Andriae Ruvo di Pugliae uno operante nella locride e, in particolare, a Platì (Reggio Calabria), riferibile a soggetti collegati da vincolo di parentela con elementi apicali della ‘ndrina “Barbaro Castanu” di Platì.