Roma, 11 marzo – In relazione a notizie di stampa, Atac sottolinea che se avesse incassato tutte le somme che le spettavano per i contratti di servizio con le istituzioni, l’azienda oggi non avrebbe una condizione di sofferenza finanziaria che mette a repentaglio la continuità aziendale.
Lo conferma l’analisi della situazione economica e patrimoniale dell’azienda, che a fronte di una ingente massa debitoria vede una altrettanto ingente massa creditoria, vantata nei confronti della Regione Lazio e di Roma Capitale, la cui mancata erogazione nel tempo ha provocato l’aumento dell’indebitamento verso le banche e i fornitori. Le difficoltà dell’azienda, di conseguenza, sono di natura essenzialmente finanziaria, come dimostra lo stato della gestione caratteristica che è in sostanziale equilibrio.
I crediti a fine 2013. Al 31 dicembre 2013, Atac vantava crediti complessivi per circa un miliardo di euro, ai quali bisognerebbe aggiungere altri 408 milioni, vantati nei confronti della Regione Lazio, che l’azienda ha dovuto inserire in un fondo svalutazione crediti per ragioni prudenziali, e altri 61 milioni vantati nei confronti di Roma Capitale, svalutati per la stessa ragione. Al lordo di tali svalutazioni, il totale dei crediti ammonterebbe a quasi 1,5 miliardi di euro.
I debiti a fine 2013. A fronte di questa situazione creditoria, l’azienda ha circa 1,16 miliardi di debiti a breve termine, di cui 483 nei confronti dei fornitori (382 già scaduti). Ci sono poi debiti a lungo termine per circa 570 milioni, in gran parte (384 milioni) nei confronti di Roma Capitale.
Il costo della gratuità. Fra le partite che appesantiscono la gestione, spicca quella delle gratuità delle metrobus card che la Regione Lazio ha concesso a diverse categorie senza prevedere, allo stato attuale, pressoché alcuna forma di rimborso ad Atac. Questa partita vale diversi milioni di euro l’anno di ulteriori mancati incassi per Atac. Si parla di almeno 185 milioni di mancati incassi solo dal 2003 al 2010.