Nato a Zocca il 7 febbraio 1952, Vasco Rossi viene chiamato semplicemente Vasco o “Il Komandante” dai suoi fan. Cantautore di successo, era appena un bambino quando la madre, particolarmente appassionata alla musica, decise di iscriverlo a un corso di canto e lui stesso se ne appassionò. A 14 entrò a far parte di un gruppo e ne frattempo, superate le scuole medie, i genitori lo iscrissero ai salesiani di Modena, ma lì uscì fuori il suo carattere ribelle per via delle regole rigide e la mancata integrazione con i compagni di scuola portarono il padre, un camionista, a iscriverlo a un Tecnico Commerciale, dove prese il diploma in ragioneria.
Erano gli anni delle lotte studentesche e politiche e lui, che si appoggiò a casa di una zia a Bologna, si iscrisse al DAMS, ma dovette poi seguire Economia e Commercio a causa delle imposizioni del padre. Nel frattempo aprì “Punto Club” insieme a Marco Gherardi, suo amico e componente della band di cui fece parte. Andò a vivere insieme a due amici e conobbe Paola Panzacchi, donna che ancora oggi ricorda come quella che gli causò più dolore. L’università non andava, cambiò indirizzo ma fu comunque inutile perché a otto esami dalla laurea lasciò Pedagogia, andò a vivere a Modena e fondò la radio libera “Punto Radio”, grazie alla quale emerse come uno dei principali DJ e che lo portò a cantare e suonare per la prima volta.
Il suo primo 45 giri è datato 11 maggio 1977 e si intitola “Jenny/Silvia”, seguito da “…Ma cosa vuoi che sia una canzone…” e “Non siamo mica gli americani”, album arrivato al successo grazie ad “Albachiara”, canzone che rimane ancora oggi uno dei suoi più grandi successi. Quell’anno, il 1979, apparve per la prima volta in tv, morì il padre e per molto tempo lui si sentì in colpa per aver scelto una strada diversa e pensò di accantonare il sogno della musica, ma nel 1980 la sua popolarità aumentò e tra i soprannomi a lui affibbiati nacque “Blasco”.
“Colpa d’Alfredo” non fu un successo, mentre “Siamo solo noi” riuscì a farlo scoprire al pubblico a livello nazionale. Fu questo a spingerlo a partecipare a Sanremo con “Vita spericolata”, adottata come un vero e proprio inno generazionale. “Bollicine” fu l’album della consacrazione, la vittoria del Festivalbar non fece che aumentare il successo e la raccolta dal vivo “Va bene, va bene così” fu una conferma, ma parallelamente la sua vita privata precipitava verso il disastro visto che fu proprio intorno all’inizio degli anni Ottanta che si iniziò a parlare della sua tossicodipendenza. Nell’aprile del 1984 fu trovato in possesso di cocaina, fu arrestato e condannato per a due anni e otto mesi. Tornò l’anno dopo con “Cosa succede in città”, album di cui non fu completamente soddisfatto, ma che diede buoni risultati in classifica. Sparì dalle scene, ebbe due figli (uno, Lorenzo, lo incontrò per la prima volta quando dopo 15 anni) e ritornò nel 1987 con “C’è chi dice no”, un grande successo. Ma i guai non finirono perché un anno dopo fu arrestato dopo essere stato trovato a bordo della sua BMW con un grammo di cocaina, un manganello e una pistola lanciagas. La sua carriera proseguì con “Liberi liberi” e, nonostante l’allontanamento da Guido Elmi e la Steve Rogers Band, diede il via a un tour ricco di successi.
Ebbe un altro figlio nel 1991 insieme alla compagna storica sposata nel 2012, Laura Schmidt, pubblicò “Gli spari sopra”, album del 1993 che vinse 10 dischi di platino e due anni dopo, durante un concentro contro la guerra che martoriava la Jugoslavia, cantò per la prima volta “Generale”. Tornò nel 1996 con “Nessun pericolo… per te”, dedicò la canzone “Gli angeli” all’amico scomparso Maurizio Lolli e mise il video su internet, anticipando quella che oggi è una consuetudine.
1998. Questo fu un anno che segnò la sua carriera: vinse il secondo Festivalbar, la prima Targa Tenco per il miglior album e il suo concerto all”Heineken Jammin’ Festival registrò il record di presenze: Vasco Rossi entrò di diritto nell’olimpo dei grandi della musica italiana. Ma nel 1999 dovette fare i conti con la morte di Massimo Riva, suo storico chitarrista morto a causa di un’overdose.
Gli anni Duemila non lo fermarono: pubblicò un nuovo album, vinse un altro Festivalbar, iniziò un nuovo tour e fu ospite a Sanremo. Nel 2005, poi, gli fu conferita la laurea honoris causa in Scienze della comunicazione dallo IULM di Milano e fu tributato a Zocca. La sua carriera proseguì tra nuovi cd e tour, poi alcuni problemi di salute lo costrinsero al riposo e misero in allarme i suoi fan, che però lo rividero sul palco. Per celebrare i 40 di carriera il 1° luglio è previsto il “Modena Park 2017”.