Roma 17 marzo – Questa è la storia di Luca, nome di fantasia, un ragazzino solo che ha subito discriminazione omosessuale. Nella sua breve vita, appena 14 anni, Luca non è stato oggetto di bullismo e di discriminazione solo da parte dei suoi coetanei, che si sa, ad una certa età possono essere “cattivi” sulle prese in giro, ma quello che è ancora più grave è che anche i suoi genitori adottivi abbiano fatto lo stesso. Parliamo di genitori adottivi perché per Luca la vita è stata difficile sin dal principio, era piccolino infatti quando è stato sottratto ai genitori naturali, avvenimento che in qualsiasi caso provoca un grande vuoto e tanta rabbia. Gli stessi genitori adottivi che con tanta caparbietà l’hanno voluto, hanno desiderato diventasse loro figlio, non potendone avere di loro, gli hanno voltato le spalle nel momento di bisogno, abbandonandolo nuovamente a se stesso: “Ci crea troppi problemi, non riusciamo a gestirlo, a scuola i compagni non lo accettano, tutti ci dicono ma chi ve lo fa fare?”.
Come se un “ma chi ve lo fa fare?” fosse una giustificazione plausibile per il gesto compiuto, trattare un figlio, naturale o adottivo che sia, come un giocattolo, come qualcosa che non funzionando bene o come si vorrebbe che funzionasse, si potesse ridare indietro perché troppo problematico. E perché? Perché la discriminazione, l’omofobia, oggi, dilaga ovunque.