In Colombia dopo le proteste e lo sciopero della fame le donne ricorrono allo sciopero del sesso per ottenere più servizi e sicurezza.
Le donne che hanno deciso questa forma di protesta sui generis fanno parte del movimento delle gambe incrociate e difendono i diritti della cittadina di Barbacaos. Questa infatti dista più di 14 ore di viaggio dalla città più vicina dotata dei primari servizi, come ospedali e servizi pubblici. Le strade di collegamento sono talmente dissestate che nel 2011 una donna incinta è morta insieme al suo bambino perché l’ambulanza e i paramedici non sono riusciti a raggiungerla in tempo per portarla in ospedale a partorire. Già all’epoca era stato indetto uno sciopero del sesso di tre mesi e 19 giorni, ma questa volta le donne promettono di procedere ad oltranza finché non vedranno risultati concreti. Come si legge sul blog de il Manifesto, la portavoce dell’iniziativa, Rubino Quinonez ha spiegato:
«Perché far venire al mondo i bambini, quando non possiamo neanche offrire loro i più elementari diritti? Abbiamo deciso di smettere di fare sesso e di smettere di avere dei figli fino a quando lo Stato non manterrà le sue promesse».
Lo sciopero del sesso era già stato preceduto da varie forme di protesta, compreso uno sciopero della fame, rimaste però inascoltate a livello istituzionale e poco trasmesse dai media nazionali e internazionali. Per questo è stata decisa questa forma estrema. Le stesse donne del movimento non sono d’accordo a ricorrere al ricatto sessuale, ma al momento l’hanno visto come l’unica molla davvero capace di smuovere il mondo maschile ed evitare tragedie inutili a causa di una strada dissestata.