Lo sgombero degli ex stabilimenti di Mira Lanza era stato effettuato nella mattina del 29 aprile dalla Polizia di Roma e dall’Ama. Ma intorno alle 23 del 29 aprile un incendio, divampato da diversi punti, ha distrutto la maggior parte della struttura. Per fortuna nessuna delle abitazioni limitrofe è rimasta coinvolta. Ha dichiarato il presidente dei XI Municipio Marco Palma: «Il rogo ha sprigionato fumi fastidiosi sulla cui nocività non mi sento di escludere nulla». Sull’incendio stanno indagando gli agenti del Commissariato San Paolo per capire se sia stato un incidente o un atto vandalico. Il fabbricato, che occupa circa sei mila mq, è stata dal 1924 la sede della Mira Lanza, fino alla suo fallimento nel 1989. In seguito si era cercato un accordo con il Comune di Roma per farla diventare la sede dell’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, ma il progetto non andò mai in porto. E cosi era diventata un rifugio per famiglie senza fissa dimora.
Ribadisce Palma: «Rispetto alla natura del rogo chiederò ai Vigili del Fuoco la relazione sull’intervento. Alla luce di quanto non si sta verificando da troppo tempo ed in relazione alla fase di progettazione partecipata in atto su quello che qualcuno ha ancora il coraggio di definire Parco Papareschi, invierò una nota al sindaco, al prefetto, a Laziodisu per chiedere l’istituzione di un tavolo intorno al quale ridefinire la mappatura in merito all’utilizzo e alle assegnazioni dei fabbricati, oggetto dell’incendio di stanotte e di molteplici occupazioni».
Secondo Palma è quello che è successo alla Mira Lanza è un esempio di come si debbano assegnare immediatamente nuove funzioni agli immobili abbandonati o dismessi. «L’ex Mira Lanza, se riqualificato e ridestinato, è un luogo dalle grandissime potenzialità, ma che lasciato in questo stato rischia di diventare pericoloso e degradato. Il Municipio in questo senso ha fatto la sua parte, indicando la costruzione di un nuovo asilo nido come nuova destinazione per uno dei tre capannoni. Adesso è necessario che anche gli altri siano adibiti a nuove funzioni: in uno dovrà nascere la nuova sede dell’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico, mentre l’altro è ancora da destinare».
Roma, 30 aprile