Trovati documenti falsificati di revisione sul bus che finì nella scarpata il 28 luglio 2013 causando la morte di 40 persone. Il bus era partito da Telese Terme ed era diretto nel Napoletano, dopo un pellegrinaggio nei luoghi di Padre Pio. La sera del 28 luglio qualche cosa non ha funzionato, e il bus dopo essere arrivato a forte velocità nei pressi di un rallentamento segnalato sia dai pannelli a messaggio variabile sia dal personale sul posto, ha tamponato una serie dia auto per poi sfondare il guard rail del viadotto dell’autostrada A16 Napoli – Bari.
Si era subito ipotizzato un guasto all’impianto frenante, ma oggi 3 maggio, in un articolo il Mattino rende noto che il 26 marzo 2013, 4 mesi prima della tragedia, due dipendenti della motorizzazione di Napoli, Vittorio Saulino e Antonella Ceriola, avrebbero falsificato i documenti attestanti la revisione del mezzo.
La procura di Avellino invece sostiene che le carte sono state compilate e falsificate dopo l’incidente e perciò non ci sarebbe mai stata una vera e propria revisione.
Ora i due dipendenti della Motorizzazione sono indagati per falso in atto pubblico, e si vanno ad aggiungere agli altri indagati: il titolare della ditta proprietaria del bus, la Mondotravel, e cinque dirigenti della società Autostrade.
Roma, 3 maggio