Rischia davvero di saltare il decreto del Governo sul salario accessorio dei dipendenti capitolini. A manifestare i dubbi ieri durante la riunione tecnica i dirigenti dei ministeri di Economia, Funzione pubblica e il Dipartimento affari giuridici e legali di Palazzo Chigi. L’idea era quella di un decreto ponte che avrebbe permesso ai 24mila dipendenti del Comune, che rischiano di avere un taglio fino al 15% sulla busta paga, di continuare a percepire i salari accessori a pioggia, in attesa del rinnovo del contratto decentrato. Ma è proprio questa idea a non convincere, per via del fatto anche che la percezione sarebbe non di un intervento strutturale ma di un ennesimo “Salva Roma”: per questo si pensa ad una norma interpretativa dell’Aran (l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) sull’articolo 65 della legge 165 del 2001, quello cioè sui contratti integrativi.
Intanto, a due giorni dalla manifestazione in Campidoglio, sale la tensione. A lanciare l’allarme prima il vicesindaco Nieri: “Arrivano indiscrezioni sempre più insistenti che parlano di un passo indietro del Governo, sarebbe gravissimo”. Ma anche lo stesso sindaco Marino: “Chiedo a Palazzo Chigi delle norme che mi permettano di dare alle persone che si alzano la mattina per far funzionare la città i soldi a cui hanno diritto. Si tratta di un problema irrisolto da 5 anni e mezzo. Io voglio occuparmene e voglio capeggiare i miei dipendenti e dire: abbiamo diritto al salario accessorio”. E i sindacati sono già pronti ad agire: salari accessori oppure diffide individuali e class action personali.
Roma, 9 maggio