Condannato a dieci anni e dieci mesi di carcere Abdul Subhan, cameriere bengalese di 50 anni.Nel dicembre scorso sfregiò la moglie con l’acido e ferì anche la figlia 14enne. Processato a Roma con l’accusa di aver picchiato e lanciato dell’acido contro il viso della moglie. La sentenza è stata emessa dal Gup Antonella Capri a conclusione del processo che si è svolto col rito abbreviato. Subhan era accusato di lesioni gravissime e maltrattamenti in famiglia.
La discussione fatale, avvenuta in un appartamento della zona periferica del Quadraro, sarebbe stata causata dal fatto che l’uomo non voleva spostare un tavolino nella camera occupata dalla nipote. Secondo il capo d’imputazione, Subhan (che è in carcere), doveva rispondere anche delle botte date alla moglie quando la donna era in stato di gravidanza, nonchè di lesioni provocate alla figlia di 14 anni accorsa in aiuto della madre e venuta in contatto con gli abiti intrisi di acido. La donna, che ha avuto ustioni sul 30% del corpo e ha rischiato di perdere un occhio, era parte civile. Per il gup, dovrà essere risarcita in sede civile; disposta una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro.
«Faremo ricorso in appello – ha commentato l’avvocato Stefano Caroti, difensore del bengalese – Continuo a credere alla versione del mio assistito secondo cui lui e la moglie nel corso di una lite stavano contendendosi una bottiglia di liquido disgorgante. Per questo ritengo che quanto avvenuto sia un fatto accidentale; tant’è che lo stesso Abdul si è ferito ad un braccio».
Roma, 10 maggio