Giorgiana Masi è stata un giovane studente, morta durante una manifestazione il 12 maggio 1977. Dopo trentasette anni, trascorsi dalla sua morte, l’assassino resta ancora nascosto nel mistero.
Siamo negli anni settanta, li chiamano “anni di piombo”.
Soltanto qualche settimana prima c’erano stati scontri tra i manifestanti di Autonomia Operaia e la polizia, conclusosi con l’uccisione dell’agente Settimio Passamonti.
Il clima era molto teso e il ministro dell’interno Francesco Cossiga annunciò in Parlamento il divieto di tutte le manifestazioni pubbliche nella Capitale fino al 31 maggio.
Il Partito Radicale non era d’accordo, il 12 maggio annunciava che avrebbero comunque manifestato, non rispettando il divieto.
Lo scopo del sit-in organizzato dai radicali era la raccolta di firme alla proposta dei referendum abrogativi, e la celebrazione del terzo anniversario della vittoria nel precedente referendum sul divorzio.
Si unirono ai radicali anche quelli del “movimento del ‘77”, appartenenti alla sinistra extraparlamentare, che però scendeva in piazza per protesta.
Il clima teso s’incendiò tra manifestanti e forze dell’ordine. Gli incidenti s’intensificarono, colpi d’arma da fuoco e bombe incendiaria terrorizzavano Piazza Giuseppe Gioacchino Belli. Molti manifestanti tentarono di evacuare tra i fumogeni, la giovane Giorgiana Masi rimase intrappolata nella calca, improvvisamente cadde a terra come se avesse inciampato, purtroppo era stata colpita all’addome da un proiettile calibro 22. Inutile la corsa all’ospedale, la giovane studentessa non ce la farà, se ne andrà con diciannove anni ancora da compiere.
Seguiranno molte polemiche, soprattutto perché sembrerebbe che tra la folla ci fossero agenti della polizia in borghese, che avevano sparato da altezza d’uomo.
Francesco Cossiga si dichiarò pronto a dimettersi se ci fossero state le prove che la polizia avesse sparato.
Nel 1981 il caso viene archiviato, perché i responsabili del reato sono rimasti ignoti.
Nel 1998 si provò a riaprire le indagini, ma fino ad oggi l’assassino di Giorgiana Masi resta un mistero.
Forse qualcuno sapeva, in un’intervista al Corriere della Sera nel 2007, l’ex ministro dell’Interno Cossiga, dichiarò di essere una delle cinque persone che sono a conoscenza del nome dell’assassino.
Roma, 12 maggio.