Si aggira sui 350 milioni di euro il giro di affari in mano a oltre 700 piccoli esercizi commerciali che, nati come “negozi di vicinato” hanno preso piede in tutta Roma, rifornendo di alcol a buon prezzo la movida della capitale. Aprirli non è difficile, basta dichiarare l’inizio dell’attività via fax al comune di Roma e se entro 60 giorni il comune non interviene si può alzare una saracinesca che rimarrà aperta 24 ore su 24.
Spesso un singolo proprietario possiede più negozi. Si crea così una trama di lavoro nero e di sfruttamento fatta non solo dalla vendita di alcolici, ma anche da un contorno di ambulanti che offrono rose e gadget contraffatti. Ambulanti e salariati che non solo sono costretti a lavorare in nero ma anche a dormire in veri e propri appartamenti dormitori, dove spesso sono anche in 20 o 30.
Denuncia Fabio Spada, presidente dell’associazione dei pubblici esercenti di Commercio: “i controlli sono troppo pochi. Anche nel caso in cui, magari una volta ogni tre mesi, i titolari dei negozi vengono sanzionati con una multa di 5mila euro, è sempre una perdita infinitesimale rispetto ai milioni che girano attorno a questo settore”. Multe messe in conto per chi apre questi negozi, che ricavano il 60 % del loro fatturato dalle bottiglie vendute di notte. Per loro non c’è nessuna differenza tra il giorno e la notte, tra i giorni feriali e i giorni festivi.
I Carabinieri dall’inizio dell’anno hanno chiuso oltre 250 esercizi bengalesi, di cui 15 solo tra Trastevere, San Lorenzo e il Pigneto. Ma questo non è bastato. Secondo l’organizzazione dei commercianti “bisogna potenziare tutti gli accertamenti di polizia municipale e forze dell’ordine. Tutte le attività con lavoratori in nero vanno rilevate e punite e serve intransigenza anche per chi vende bibite alcoliche ben oltre i limiti stabiliti dalla legge”. Questi locali arrivano a vendere alcol anche fino alle 5 di mattina. La denuncia arriva dall’associazione degli abitanti del centro storico, andando contro la legge che vieta la vendita di prodotti a mezzanotte. Spiega il comitato “via Ausoni dice basta”: “A mezzanotte i gestori dei locali abbassano la serranda solo a metà. In genere lasciano qualcuno sull’uscio, pronto a chiuderla del tutto in caso di controlli. Nel frattempo, sotto la saracinesca, continua il solito via vai di clienti”.
Roma, 14 maggio