Sulla scandalo Mazzette dell’Expo di Milano, le prime confessioni sono state quelle di Enrico Maltauro, imprenditore vicentino tra gli arrestati di giovedì scorso, il quale avrebbe confermato in pieno l’ipotesi della Procura di Milano: per lavorare ai progetti Expo bisognava stare al “gioco”, facendo fronte ad una vera e propria cupola dove gli appalti venivano pilotati a suon di mazzette. “Mi hanno chiesto 1,2 mln di euro – ha confermato al gip Maltauro -: ne ho pagati 600mila”. Sull’ipotesi di danno erariale, quindi, la Corte dei Conti apre un’inchiesta.
Oltre a Maltauro, arrestato anche l’ex esponente della Dc Gianstefano Frigerio, l’ex funzionario del Pci Primo Greganti, l’ex senatore del Pdl Luigi Grillo e l’ex esponente ligure dell’Udc Sergio Cattozzo, insieme all’ex manager, ora dimessosi, di Expo Angelo Paris. Sia Maltauro che Cattozzo sono stati interrogati dai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio. Di fatto entrambi hanno confermato l’impianto accusatorio. Gli altri, invece, fatta eccezione per Paris, hanno negato.
“Per poter lavorare pagavo” – Maltauro, difeso dagli avvocati Giovanni Dedola e Paolo Grasso, ha spiegato in sintesi il sistema delle tangenti creato dal trio Frigerio-Greganti-Grillo: “Un sistema basato sulle tangenti e io per poter lavorare mi adeguavo e pagavo”, queste le parole trascritte sul verbale al momento secretato. Maltauro, inoltre, avrebbe aggiunto: “La cupola mi ha chiesto un milione e duecento mila euro di mazzette”, ammettendo di aver pagato 600 mila euro e di averne promessi altrettanti per aggiudicarsi gli appalti di Expo e Sogin.
Medesime ammissioni per Cattozzo, che sostanzialmente ha confermato l’esistenza degli appalti truccati, a cui si sono aggiunte dichiarazioni circa le promesse su avanzamenti di carriera all’interno dei pubblici uffici. queste le dichiarazioni dei suoi due avvocati, Rodolfo Senes e Michele Ciravegna: “Ha chiarito dando giustificazioni congruenti e fornendo le indicazioni richieste”.
Cattozzo ha anche spiegato “il significato delle cifre” trascritte sui tre post-it che al momento dell’arresto aveva tentato di far sparire, sui quali ha confessato davanti al gip Fabio Antezza, aveva appuntato le somme percepite e versategli da Matauro: 590 mila euro tra il 2013 e il 2014. I compensi per Cattozzo, al contrario, sono stati versati dall’imprenditore vicentino attraverso falsi contratti per unqa somma complessiva di 300 mila euro lordi a cui va aggiunta un’Audi da circa 60 mila euro.
Intanto i pm, hanno depositato il ricorso al Tribunale del Riesame contro il rigetto da parte del gip dell’arresto di altre dodici persone. Tra questi ci sono i nomi di Giuseppe Nucci e Alberto Alatri, i due ex manager di Sogin, la società a partecipazione pubblica che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari in Italia, e anche di Giovanni Rodighiero, ritenuto il braccio destro di Frigerio.
Roma, 15 maggio