L’Autorità garante della concorrenza e del mercato guidata da Giovanni Pitruzzella il 7 maggio scorso ha deliberato un’istruttoria “per verificare se le agenzie turistiche online, Booking ed Expedia, limitino, attraverso gli accordi con le strutture alberghiere, la concorrenza sul prezzo e sulle condizioni di prenotazione tra i diversi canali di vendita, ostacolando la possibilità per i consumatori di trovare sul mercato offerte più convenienti”.
Il comunicato a seguito della denuncia degli albergatori sulla clausola cosiddetta di “parity rate”, che vieta agli hotel di pubblicizzare prezzi più bassi rispetto a quelli esposti sui grandi portali di booking online come Booking ed Expedia. La ragione, secondo Federalberghi, risiede nel fatto che la clausola “priva i turisti della possibilità di ottenere condizioni più favorevoli rivolgendosi direttamente all’albergo o ad altri intermediari che sarebbero disposti ad applicare commissioni più basse”. Una clausola che, di fatto, mette nell’impossibilità gli albergatori di pubblicare offerte last minute o prezzi scontati sulle camere rimaste vuote a ridosso delle festività.
Secondo l’Antitrust “l’utilizzo di queste clausole da parte delle due principali piattaforme presenti sul mercato potrebbe limitare significativamente la concorrenza sia sulle commissioni richieste alle strutture ricettive che sui prezzi dei servizi alberghieri, in danno, in ultima analisi, dei consumatori finali”.
Roma, 19 maggio