30 maggio 1984, stadio Olimpico di Roma, è di scena la finale di Coppa dei Campioni, in campo la sfida è: Roma-Liverpool.
Per i giallorossi era, ed è rimasta ancora oggi, la prima finale di Coppa Campioni. A rendere l’evento più unico che raro, l’opportunità di giocare in casa, nel proprio stadio.
La Roma nella stagione precedente aveva conquistato il titolo italiano, mentre nella stagione ’83-’84 sfiorò la possibilità di vincere tutto, ma vinse soltanto la Coppa Italia, concludendo seconda il campionato. Perse anche la finale contro il Liverpool, in gioco fino all’ultimo secondo, quando perse ai rigori quello che sarà chiamato “il match dei rimpianti”.
I giallorossi scesero in campo con la seguente formazione: tra i pali Tancredi; linea difensiva composta da Nappi, Bonetti, Righetti, Nela; a proteggere capitan Di Bartolomei, più avanti Cerezo e Falcao; in attacco Graziani e Pruzzo sostenuti dalla fantasia di Bruno Conti; allenatore “baronetto” Liedholm.
Formazione Liverpool: Grobbelaar; Neal, A. Kennedy, Lawrenson, Whelan, Hansen, Dalglish, Lee, Rush, Johnston, Souness.
Passano in vantaggio gli inglesi con un gol fortunoso di Neal al tredicesimo minuto, risponde Pruzzo con un incornata su cross di Conti al quarantaduesimo minuto.
Il match resta ferma sul risultato di uno a uno, la stanchezza cala i ritmi, e si giunge così alla lotteria dei rigori.
Protagonista il porttiere Grobbelaar del Liverpool, che ipnotizza e innervosisce i calciatori dalla Roma, quando prima di ogni tiro dal dischetto balla tra i pali come una scimmia ubriaca. Lo show del portiere funziona, trasformandosi nell’eroe della serata,infatti, saranno fatali gli errori di Graziani e Conti.
La Coppa la vince il Liverpool, mentre alla Roma resta un interminabile rammarico.
Roma, 30 maggio.