“Noi non abbiamo paura”. Forte e chiaro il messaggio lanciato dalla comunità ebraica della Capitale, alla vigilia del viaggio di domani a Bruxelles per abbracciare la comunità belga sconvolta dall’attentato dei giorni scorsi «Ci auguriamo che anche il premier Renzi possa trovare qualche minuto libero per raggiungerci al museo. È il momento di dimostrare a queste canaglie che non ci intimidiscono – continua Pacifici – Marceremo tutti insieme e li porteremo in galera» queste le parole del presidente del museo Riccardo Pacifici.
E proprio dal museo ebraico di Roma è partita oggi una prima iniziativa di solidarietà verso la comunità belga, con l’apertura straordinaria della struttura fino a mezzanotte. Tantissime le persone in fila nel ghetto, nel cuore della Capitale. Giovani, anziani, famiglie e bambini, tutti in attesa di poter conoscere le tradizioni della cultura ebraica e lanciare un messaggio di solidarietà alle vittime di Bruxelles.
All’iniziativa hanno preso parte anche gli ambasciatori di Belgio ed Israele, Vincent Martens de Wilmars e Naor Gilon, accompagnati dal presidente Pacifici e dal rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni. All’ingresso del museo, appoggiato sul bancone del ricevimento c’è un mazzo di fiori bianchi inviato dal circolo «Centro storico» del Partito Democratico in segno di vicinanza. Tra i corridoi del museo c’è anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e, in rappresentanza del Comune di Roma l’assessore ai lavori pubblici, Paolo Masini. Ad esprimere la loro solidarietà inoltre il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri ed il leader di Sel Nichi Vendola. Il presidente della Regione ha così commentato la giornata: “Questa iniziativa lancia un chiaro messaggio: nessuno si illuda, in ogni angolo d’Europa e del mondo: chi viene colpito, umiliato, offeso e ucciso perchè vittima dell’ignoranza, del razzismo e dell’antisemitismo avrà su di sè gli occhi del mondo».
Roma, 27 maggio