Si prevedeva un fiume i piena e così è stato. Walter Sabatini in conferenza stampa parla della Roma, dei possibili colpi di mercato ma soprattutto di Mehdi Benatia, che nelle ultime settimane sembra, anche per merito delle sue dichiarazioni, in rapporti non troppo idilliaci con la società e sul punto di andare via. Il direttore sportivo giallorosso però chiarisce la situazione: “Benatia è un grande calciatore della Roma, con un contratto che scade tra quattro anni. Siamo totalmente tranquilli. Colgo l’occasione per dire che è un ragazzo di principi solidi e in virtù di essi ha fatto una grandissima stagione. Lo si deve alla sua solidità di principi e pensieri, non vorrei che oggi questo ragazzo, che forse è scivolato con qualche commento che quando si è lontani viene più facile, non intendeva prendere distanze dai romanisti. È vittima di un equivoco, fa riferimento a promesse disattese ma non è andata così. È vero che quando ha firmato il contratto ha rivendicato istanze varie, voleva e meritava di più e sapevamo che altre squadre offrivano di più. Gli devo dare atto di aver rinunciato a contratti leggermente e significativamente più alti del nostro. In quella circostanza gli ho detto di cercare di fare il Benatia e che gli sarebbe stato riconosciuto un adeguamento. È una questione di misure, lui pensava a una misura e io a un’altra, ma io ho ragione. Gli ho detto che gli avremmo concesso un aumento, gliel’abbiamo proposto e maldestramente è stato definito iniquo e ridicolo, ma è stata una scivolata linguistica, nessuno di noi riterrebbe ridicolo un adeguamento di 3-400 mila euro più bonus. Bonus che saranno su tutti i contratti, lo stesso Squinzi ha invocato premi di rendimento e produzione. Non è un ingaggio quello che sta proponendo la Roma per il quale essere scontenti. A volte si pensa che si debba guadagnare una cifra iperbolica. Benatia non voglio riferire quanto guadagnava all’Udinese, ci siamo assunti una grande responsabilità, lo sa e ce ne deve dare atto. Gli abbiamo offerto un poderoso aumento e ora gli stiamo proponendo un ulteriore adeguamento, non dovuto perché il giocatore è contrattualizzato e la Roma vuole riconoscere i meriti così come ha fatto per Castan. Abbiamo i nostri parametri, sappiamo di non poter sfondare certi numeri, vogliamo una società competitiva attraverso scelte economiche che non siano devastanti”.
E lancia una stoccata: “Devo dire che una cassa di risonanza impropria è stata prodotta attraverso dichiarazioni di Sissoko, che considero un menestrello alla ricerca di una corte che lo alberghi, spara sentenze, ipotizza prezzi di giocatori. Ha detto che gli sembra congruo un valore di mercato di 30 milioni, che io considero il prezzo del piede sbagliato di Benatia. Tirate voi le conclusioni. Di fronte a 61 milioni mi sento di poter dire che Benatia non sarà più un giocatore della Roma. Di Benatia è in vendita il suo stato d’animo, che è un bene immateriale e non viene pagato. Benatia fisico resta, lo stato d’animo è in vendita in comproprietà. No, le hanno tolte provocandomi un danno operativo. Benatia resterà a meno che qualcuno si presenti con 61 milioni. Quelli che hanno offerto a Benatia maldestramente e fuori legge una cifra così rilevante che fa sembrare un adeguamento di 400 mila più bonus che lo porterebbero da 2,6 milioni devono offrire 61 milioni”.
Stagione dura la prossima vista anche la Champions League. E Sabatini “dà i numeri”: “Dovremmo raddoppiare tutti i ruoli, nella qualità. Stiamo lavorando con Rudi su ipotesi di mercato che esistono, abbiamo selezionato nel tempo i calciatori che sono funzionali al progetto Roma, certamente integreremo l’organico migliorandolo. Difficile farlo in qualità, ma lo faremo. Prenderemo i calciatori che serviranno. Il doppio impegno settimanale, che è un privilegio per noi, lo stiamo valutando. Non ci limiteremo a raddoppiare, in qualche caso triplicheremo. Coppa d’Africa? Influirà abbastanza, ne siamo un po’ preoccupati, ne dobbiamo tenere conto. Sarà un piccolo danno che subiremo e a cui cercheremo di supplire con le scelte che faremo”. Uno degli obiettivi di sicuro è Iturbe: “La Roma si interessa di Iturbe e ci mancherebbe altro che non lo facesse. Ho ricevuto una visita in ospedale da uno dei tanti agenti di Iturbe. Sono stato qualche giorno in ospedale e in quell’occasione uno dei proprietari delle quote mi ha parlato. È un’operazione complessa, lo stiamo seguendo come tutti i talenti. Siamo sempre sui giocatori bravi”.
Mentre su Destro conferma: “Rimarrà alla Roma, è un calciatore fortissimo, sa che può migliorare e lo farà, sa che per recitare un ruolo di grande importanza deve migliorare in alcuni aspetti caratteriali e tecnici, ma 13 gol in 18 presenze non sono un fattore casuale. Noi stiamo orientandoci verso un tipo di scelta, penso che sia meglio cercare un attaccante esterno con facoltà di trovare la porta spesso e di fare dei gol, abbiamo il più grande calciatore della storia della Roma che è ancora in attività, con una condizione fisica e mentale nettamente migliorata negli ultimi anni, Francesco Totti, il suo spazio lo avrà”. Ed esalta proprio il capitano: “Lui sta dicendo e facendo cose molto importanti, vedete un paio di giorni fa nel caso Benatia, dove è stato particolarmente generoso ed ha lavorato per il compagno e la società, è una dimensione nuova, lo ringrazio. Alcuni anni fa, 3 o 2, azzardai un pensiero con la collocazione di Totti nella sezione sportiva, oggi si mette a capo di un manipolo di giovani calciatori. Parlo per bocca di tutti, Pallotta, Zanzi, Baldissoni e tutti gli altri”.
Sulla situazione di Toloi, Bastos, Viviani e Bertolacci: “Bastos e Toloi sono calciatori che la Roma ama. Toloi è un ragazzo straordinario, in alcuni ruoli dovremo cercare di risparmiare. Stiamo cercando di abbassare il prezzo, ma ci piacerebbe tenerlo perché è un buon calciatore e merita la Roma con i suoi comportamenti e col suo rispetto che dimostra in ogni circostanza. Anche su Bastos lavoreremo, c’è una variabile che dipende dal contratto che ha con la squadra degli Emirati e della loro pretesa. Cercheremo di rinegoziare. Ha fatto vedere bagliori della sua potenzialità, è un giocatore esperto. Ha tante partite in Champions League, non ci dispiacerebbe che rimanesse. Se non rimarrà, arriverà qualcuno a sostituirlo con caratteristiche analoghe. Viviani ha fatto molto bene, ha fatto di più perché ha avuto continuità. Il Latina ha diritto di opzione sulla metà, abbiamo una controopzione. Valuteremo la possibilità di portarlo indietro, gli disegneremo una giusta traiettoria di carriera. Bertolacci è un ragazzo che ha un desiderio dominante che è quello di giocare con continuità. Dobbiamo tenerne conto. Lo ammiro molto, ma non penso di potergli garantire 30 partite. Ci parleremo e verificheremo”.
Mentre ormai nessuna speranza per Taddei: “E’ un professionista esemplare, un ragazzo straordinario e quando va in campo dimostra di poter giocare bene con la Roma, ho già parlato con lui, io sono un portatore di cattive notizie, quasi mai buone, pensiamo che sia finito il suo tempo a Roma, non per le sue qualità non per i suoi comportamenti, è un ragazzo straordinario che mi ha inferto una coltellata al fegato qualche tempo fa quando io gli ho annunciato la sua possibilità di andare via, lui è entrato nel mio ufficio e mi ha fatto i complimenti, mi addolora questa cosa, ma io faccio delle scelte, non è una decisione definitiva, ma se lo sarà verrà sostituito con un giocatore di esperienza europea”.
Poi parla dell’importanza del rinnovo di Garcia, avvenuto ieri in serata (per lui contratto fino al 2018). “Non ha bisogno di una sfera di competenza allargata, ha il compito di allenare la Roma. Usufruiamo di questa sua vitalità, fa tante cose ascrivibili al suo ruolo di allenatore. Per il resto c’è la società, che lo assiste. Non ci sarà un uomo solo al comando, gli attribuiremmo anche questa facoltà, ma sappiamo che allenare la Roma è un compito sul campo e fuori e lui ha bisogno di fare l’allenatore. Lo fa con puntiglio, 10 ore al giorno e accettiamo la sua presenza costante circa i problemi che vanno fronteggiati quotidianamente”.
Mentre sugli obiettivi è chiaro: “L’anno scorso è stata una stagione drogata da uno stato d’animo generato da una partitella amichevole fatta il 26 maggio, che ci ha fatto pensare alla reale possibilità di quel gruppo di poter essere sempre competitivo. Abbiamo fatto integrazioni che conoscete, abbiamo acquisito denaro, tanto, e lo abbiamo reinvestito, bene. Quest’anno non siamo nella stessa condizione, ma non pensiamo che il più è fatto. Penserei, vorrei che, dato che questi risultati sono stati accompagnati da una sorta di fase onirica, questo decadesse. Quella quota immaginifica di sogno deve essere messa da parte per andare sul concreto. Dirò una cosa che verrà dissacrata: ricordo che l’anno scorso entrai in questa sala e dissi che la Roma, così come era stata costruita, doveva pensare alla Champions League. Qualche giorno dopo un giornalista disse che in sala stampa era entrata uno scriteriato che prometteva la Champions. Io non promettevo nulla, io auspicavo perché pensavo che la Roma potesse lottare per quell’obiettivo. Sto per dire una cosa che domani verrà massacrata: la Roma l’anno prossimo deve giocare per lo scudetto. Tutti devono sapere che l’obiettivo è lo scudetto. Questa squadra se lo merita, le mancherei di rispetto altrimenti. La Roma merita di concorrere per lo scudetto. Non è la mia impressione, è il valore intrinseco della squadra, della coesione potente che c’è stata tra gruppo di lavoro e dell’allenatore e della qualità messa in campo. Dagli 85 punti fatti, tralasciando le tre partite finali giocate con un impegno dismesso perché ci siamo lasciati andare e non succederà l’anno prossimo, avremmo potuto fare 88-89 punti, non si può voler peggiorare, vogliamo migliorare anche di un solo punto”.
Roma, 31 maggio