Roma, 1 novembre Il presidente del consiglio comunale Ivan Cermelli (Pdl) di Sassari scrive sul suo profilo Facebook: «Marcia su Roma gloriosa, 28 ottobre 1922, l’inizio un percorso lungo e glorioso».
Si alzano le polemiche dopo questa frase choc sulla prevaricazione fascista in Italia. La prima replica è arrivata dal consigliere di maggioranza Massimo Piras che ha invitato il collega a rileggere la Costituzione perchè esiste ancora il reato di istigazione al fascismo: «Rileggi la Costituzione…. c’è qualcosa che inizia per Apologia…. ha a che fare con certo Scelba». Molti sono stati i post che hanno ricordato la fine ingloriosa di Mussolini, qualcuno anche come avvertimento a Cermelli. Ma il deputato non si è fatto intimorire e non si è dato per vinto, sostenendo che l’importante è come si vive. «Ciò che conta è come si vive – scrive – non come si muore». I consiglieri Pd Luciano Mura e Massimiliano Ledda hanno inviato una lettera al sindaco chiedendo a gran voce le dimissioni del consigliere, accusato proprio di apologia e hanno chiesto anche delle scuse pubbliche per tutti coloro che sono stati offesi con queste frasi. «È obbligatorio che chieda scusa per le sue continue sciagurate affermazioni. La marcia su Roma – scrivono – simbolo della dittatura, fu la forzatura politica che permise la presa del potere da parte di Mussolini e sancì l’inizio del regime fascista, che portò guerre e miserie al popolo italiano».
Il consigliere Cermelli si è giustificato dicendo che le sue parole non erano pubbliche, o messe su un organo di stampa ma su un luogo privato, dove chi vuole può leggere e chi non vuole no. «Chiedo scusa a tutte le persone che posso aver offeso con le mie parole – scrive – però voglio far presente che ho scritto nella mia pagina Fb e non su un organo di stampa, né tanto meno ho scritto svolgendo la funzione di presidente del consiglio. Ho scritto come libero cittadino che esprime le proprie idee in un luogo “confidenziale” dove chiunque può leggere o meno ciò che scrivi: come se il nostro vicino di casa, per essere chiari, fosse indignato per le parolacce che esprimo in casa mia e lo fa origliando alla parete di confine».