Roma, 18 luglio 2014 – Una maxi operazione su attività di autodemolizione della polizia stradale in tutta Italia, utilizzate quali coperture per la ricettazione e il riciclaggio. In tale ambito, sono state accertate inoltre ulteriori reati ai danni dell’ambiente per il mancato rispetto delle norme relative allo smaltimento dei rifiuti speciali. L’indagine è stata avviata parallelamente agli impegni sul fronte della sicurezza stradale e del rispetto della legalità di tutti gli esercizi pubblici in qualche modo connessi alla circolazione stradale. A tal proposito la Polizia conferma in una nota come nei giorni scorsi siano stati avviati controlli amministrativi mirati alle attività di autodemolizione e nello specifico del controllo del trattamento amministrativo dei veicoli non più autorizzati alla circolazione e il loro trattamento in fase di smaltimento. Un’operazione volta innanzitutto alla prevenzione ambientale e per la repressione dei reati contro il patrimonio.
I controlli – nello specifico sono stati riscontrati non a norma ben novantadue esercizi e il controllo di 315 persone e 3045 tra veicoli e parti di veicoli hanno portato alla notifica di 52 illeciti amministrativi, a cui se ne sono aggiunti 43 a valenza penale. Tutt’ora, sono ancora in corso ulteriori accertamenti circa ulteriori attività potenzialmente illecite e rientranti nelle fattispecie sopra elencate: dei 92 esercizi controllati, infatti, 5 sono risultati del tutto abusivi e privi di autorizzazione del ministero. I gestori sono stati dunque denunciati all’Autorità Giudiziaria e le strutture poste sotto sequestro con gli appositi sigilli. Undici le persone denunciate, che dovranno rispondere del reato di ricettazione e riciclaggio di veicoli; il fermo preventivo ha portato al sequestro di motori di autovetture di illecita provenienza (motori Mercedes, Porsche, Audi, Fiat, Ford, ecc). per molti esercenti, pur avendo le regolari autorizzazioni, è stata avanzata la revoca delle stesse di fronte all’Autorità competente.
Gli illeciti – l’attività illecita consisteva essenzialmente nel ricettare veicoli o parti di autoveicoli derivanti da furti. Soprattutto i primi venivano “riciclati” e venduti successivamente in pezzi una volta smontati. Dopo 14 controlli sono emersi reati ambientali per abbandono o deposito in modo incontrollato di rifiuti, violazioni varie delle prescrizioni dell’autorizzazione (ad esempio per il superamento del quantitativo massimo di veicoli o parti di veicoli), smontaggio di veicoli prima di aver proceduto alla relativa operazione di bonifica per separare olii esausti, filtri olio, liquidi di raffreddamento, accumulatori, ecc.
Vigili del fuoco e Arpa – da questo punto di vista gli agenti si sono ritrovati ad aree prive di depuratori e disoleatori, dove i rifiuti erano a contatto diretto con il terreno, cosa vietata dalle norme a tutela dell’ambiente, con le auto che non dovrebbero stare a contatto con il terreno, soprattutto se in prossimità di una falda acquifera o fognaria. Alcuni rottami, erano tenuti oltretutto sotto lamiere di eternit, materiale tossico. in molti casi è stato necessario l’intervento dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpa) e dei vigili del fuoco. In alcuni impianti, infatti, è stata notificata la mancanza del certificato di prevenzione incendi.