Roma, 23 luglio 2014 – “Non c’è nulla di reale in quello che il personal trainer Gaetano Ferri ha detto. La registrazione è taroccata. È un galeotto, un bandito, un delinquente. Ha tagliato e cucito un anno e mezzo di registrazioni fatte su di me e ha prodotto queste finte rivelazioni“. Queste le parole dell’ex direttore del Tg4 Emilio Fede, all’indomani delle presunte intercettazioni in cui avrebbe ammesso del torbido passato di Silvio Berlusconi legato alla mafia. Una smentita, quella del giornalista, che parte da due interviste rilasciate rispettivamente alla Repubblica e Tempo. Le intercettazioni di Emilio Fede, come non corrispondono a verità le sue dichiarazioni su Marcello Dell’Utri, altra figura di spicco e vicina negli anni all’ex presidente del consiglio.
I conti di Dell’Utri – “Io non so nulla, e non ho detto nulla, sui 70 conti all’estero di Marcello Dell’Utri, sul pizzo che avrebbe chiesto a Samori per candidarlo nel Pdl. Tutto falso”, racconta Fede. “La frase sui soldi l’ho detta forse in battuta. Io sono amico con Dell’Utri, è mio fratello, ma non credo che abbia 70 conti all’estero, e comunque sono affari suoi”. “Sono io la vittima. Lo scorso maggio – riferisce Emilio Fede – ho firmato una denuncia: calunnia e minacce gravi. Era venuto a offrirmi le registrazioni, ovviamente per ricattarmi. Lo mandai a quel paese. Poi è andato da Signorini, il direttore di ‘Chì, e l’ha mandato a quel paese“.
I rapporti tra Ferri e Fede – “L’ho conosciuto nel 2012. Mi è venuto a cercare in redazione. Era appena uscito di galera. Era con la compagna, una con un cognome che mette paura. Non dico chi è, ci tengo alla pelle. Mi disse che aveva bisogno di aiuto, era uscito da un giro di droga”, afferma Emilio Fede. “L’ho portato alla palestra di Porta Venezia, a Milano, che poi è fallita. Ha conosciuto diverse persone influenti, non posso dire il nome. E qualche volta ha allenato anche me. Durante le sedute mi faceva domande, domande: Berlusconi, Dell’Utri, Forza Italia”. “Ogni tanto – prosegue Fede – gli davo qualcosa. Duecento euro per le bollette, trecento per l’affitto, trecento perché doveva ritinteggiare casa“.
