Roma, 23 settembre 2014 – Basta alla “macchina del fango” che si è abbattuta “su Napoli e sui napoletani” attraverso “nuove ricostruzioni dei fatti che capovolgono la realtà e offendono la verità, la città di Napoli, la sua tifoseria, i suoi cittadini“. A chiederlo sono i familiari di Ciro Esposito, il tifoso napoletano morto a causa delle ferite d’arma da fuoco riportate negli scontri che hanno preceduto la finale di Coppa Italia lo scorso 3 maggio a Roma.
Il padre Gianni e la madre Antonella Leardi, lo zio Vincenzo e l’avvocato Angelo Pisani, durante una conferenza stampa, sono tornati a parlare dopo che nei giorni scorsi erano uscite le notizie sulle presunte ferite refertate a Daniele De Santis, accusato dell’omicidio di Ciro, e sulla vicenda che ha coinvolto Gennaro De Tommaso, noto come Genny la carogna, arrestato proprio ieri per gli scontri di quella partita. “Le notizie su De Santis, che avrebbe sparato per legittima difesa e che sarebbe stato accoltellato prima dello sparo, con referti che escono a sorpresa, pubblicizzate a gran voce dai media nazionali, sono fantasiose versioni che hanno il chiaro obiettivo di trasformare il carnefice in vittima e rappresentano l’ennesimo attacco a Napoli, al popolo napoletani, a Ciro Esposito e alla sua famiglia“.
“Ci sono quattro indagati, nessuno sa chi siano – dichiara lo zio Vincenzo Esposito – e ogni volta che si fa un passo avanti nelle indagini riparte la cortina fumogena. Ho sempre apprezzato il lavoro della polizia giudiziaria e dei giornalisti, ma resta un buco nero che ha un nome e un cognome: Daniele De Santis. La stampa nazionale dedichi a lui la stessa attenzione a lui e a chi lo copre. Parliamo di una persona che ha già accoltellato il questore di Brescia ed è stato assolto. Probabilmente alla fine avrà una medaglia d’oro al valore civile perché ha sparato a un napoletano. Pensiamo che un pezzo di indagine non sia stato fatto da tutti i soggetti in campo, ma confidiamo nel fatto che alla fine troveremo un giudice a Berlino che ci darà giustizia“. E annunciano che venerdì 26 settembre in Piazza Dante a Napoli alle 17 è in programma un sit in “per dire basta alle false rappresentazioni di questa città e contro il ribaltamento della verità sull’omicidio di Ciro Esposito“.
Mentre la madre Antonella Leardi fa un nuovo appello: “La violenza non porta da nessuna parte, mio figlio è stato vittima di violenza e vorrei che non si ripetesse più. Lo stadio deve essere un punto di ritrovo, dove la gente si incontra senza discriminazione o insulti e non il luogo dove viene espressa la propria repressione che le persone non riescono ad esprimere al di fuori dello stadio“. E su Gennaro De Tommaso afferma: “Non lo conosco, l’ho visto solo una volta ma ho parlato con tante persone che erano lì presenti quella sera all’interno dello stadio. È stato chiamato, così come sono stati chiamati i tifosi della Fiorentina. Ho detto che piuttosto che essere arrestato meriterebbe un premio per un semplice motivo: se quella partita non fosse stata giocata, cosa sarebbe potuto succedere?“.