L’apertura degli archivi delle sentenze civili e penali della Cassazione alla libera consultazione da parte del cittadino è coerente con l’obiettivo di rendere più trasparente e fruibile il servizio giustizia, perseguito nella realizzazione del nuovo sito; risponde inoltre ad una esigenza più volte segnalata dai cittadini ed in particolare dagli avvocati.Il sistema di ricerca sulle sentenze, in fase sperimentale, è intuitivo e non necessita di specifiche competenze giuridiche.
Anche la Corte di Cassazione si aggiorna: sul proprio Sito, anche la Sede della Giustizia Civile si apre al pubblico.
“Una specie di Facebook dove al posto dei film preferiti e della squadra del cuore ci sono le pendenze giudiziarie e qualche piccolo segreto.” Ironico il compiacimento del Giornalista che poco tempo fa ha scritto in merito all’argomento per la prima volta sul Corriere della Sera. Una rivoluzione questa che potrebbe tanto aprire la strada alla liberalizzazione dell’informazione giudiziaria, quanto invece precluderne la privacy. A breve La Casa dei segreti costituzionali non schiude del tutto la porta che separa i cittadini dalla Magistratura, ma sarà molto facile che venga a tutti noi permesso di avvicinarci per dare una veloce occhiata dallo spioncino.
Il Garante per la privacy, Antonello Soro, mette le mani avanti inviando una lettera di chiarimenti al presidente della Corte. Eccone un estratto ripreso dallo stesso Corriere “non può non suscitare più di una preoccupazione in ordine al diritto alla protezione dei dati personali (spesso anche sensibili e giudiziari) degli interessati”. Una clausola che potrà anche rivelarsi emblema del patto suggellato tra cittadino e diritto, ma la questione giustizia è una materia delicata, soprattutto se intesa nell’accezione di giudizio. Immaginate le difficoltà e le problematiche che si potrebbero riscontrare nella vita di tutti i giorni a seguito della divulgazione di materiale giudiziario a portata di tutti? La verità è rara da definire, già solo per chi di verità si occupa. Se venissero svelati i misteri della vita di ognuno di noi, non si rischierebbe forse di implementare il pregiudizio? Dobbiamo guardare la realtà in faccia : per alcuni la privacy è tutela di diritti mentre per altri è scudo di reputazione.
Accantonare il passato potrebbe da possibilità, ridursi a mera speranza per molti. E’ vero che la verità è la forma di libertà più prestigiosa sulla scala dei valori. Ma umanamente? La capacità di scegliere cosa meglio dire per meglio sentirsi e vivere senza doverci conoscere semplicemente sfogliando elenchi puntati su un sito, non è un affare ben più sacro del resto?
Ma quanto si è disposti a rinunciare della propria umanità in nome della verità assoluta, questo spetterà deciderlo ai giudici. Per il momento, nella banca dati messa online dalla Cassazione, sono presenti tutti i nomi di indiziati in cause civili ad eccezione di quelli dei minori, quelli delle vittime di reati sessuali, più quelli che hanno espressamente chiesto di non essere citati. Gli altri ci sono e l’Autorità per la privacy suggerisce di cancellarli tutti, al limite di indicare solo le iniziali. Sono stati estromessi dall’elenco solo i nomi di minori, vittime di reati di ordine sessuale e coloro che hanno mosso richiesta esplicita di esonero.
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9 ottobre 2014