Juve-Roma fa ancora arrabbiare i tifosi e discutere tutta Italia. A tornare sull’argomento è Morgan De Sanctis, portiere della Roma, intervistato dalla Gazzetta dello Sport. E parte prima commentando il presidente della Uefa Michela Platini, che ha detto che è sempre stato così, ossia che sono tutti contro i bianconeri: “Ha una visione troppo ristretta, è stato solo juventino. Spero abbia usato l’ironia, visto che ha detto di non aver visto la partita. Ma da presidente Uefa non è stato opportuno parlarne. Dico solo che i vincitori dovevano abbassare i toni e invece è stato il contrario. Io dico che discutere non è negativo. Il calcio vive di polemiche e teatralità. Con 20 anni di calcio alle spalle, Totti ha fatto bene a parlare dopo il match. Bisogna saper perdere, ma si fa fatica ad accettare certe decisioni perché si ha la sensazione di non giocare ad armi pari“.
E continua lanciando la stoccata: “I giocatori della Juve sbagliano a sentirsi perseguitati. Sono uguali agli altri e si comportano alla stessa maniera: l’unica differenza è che in Italia vincono spesso. Come dicono a Torino? “Vincere non è importante: è l’unica cosa che conta”. Dovrebbero aggiungere: “E non ci interessa tanto come”. Non parlo di furti, intendo dire che dovrebbero ammettere di essere stati fortunati e non trincerarsi dietro la tesi dell’accerchiamento. Io a Gigi (Buffon, ndr) posso insegnare come si perde; un giorno però spero di potergli insegnare anche come si vince“.
De Sanctis era nella rosa bianconere nella stagione del rigore negato a Ronaldo. Ma il portiere abruzzese da quella volta ha capito una cosa: “Che la sudditanza psicologica esiste. Nell’Udinese devi accettare cose che non sempre si verificano ma non ti sorprendono. Con Napoli e Roma si verificano meno. Sulla Juve occorre fa re una valutazione generale: tutto quello che ha vinto nel calcio italiano non è proporzionale a quello che ha vinto all’estero. Ed è un qualcosa che fa riflettere“.
Poi dice la sua sulla tecnologia: “Sono favorevole all’ introduzione della moviola in campo, credo che il ruolo dell’arbitro sia il più difficile. Prima di Calciopoli la classe arbitrale era poco libera nei fatti, l’attuale invece è libe ra e bisogna concedere loro l’errore. Non c’è disonestà intellettuale, ma purtroppo il sistema italiano si muove con leggi non scritte in cui il potente ha sempre ragione e gli si può concedere tutto. L’arbitro arriva lì con 5 assistenti, non ne ha bisogno di altri cinque. Ho ancora nella memoria i flash dopo il primo rigore per il mani di Maicon e dopo il gol di Totti: è as surdo che 45 juventini debbano andare a protestare da Rocchi, che è bravissimo. E’ una situazione studiata che usano nei momenti d’indecisione“.
E difende Totti: “Pavel (Nedved, ndr) è stato un grande campione e capisco che sia dirigente bianconero, ma da ex calciatore le sue dichiarazioni su Totti sono state fuori luogo. Alla moglie di Andrea (Agnelli, ndr), invece, non rispondo, non è gentile farlo con una signora“.
In queste ore ancora impazza il calcioscommesse e De Sanctis dice: “Io non l’ ho mai fatto e quelli che a Napoli mi hanno tirato in mezzo li sto perseguendo per legge, ma ammetto che c’è stata superficialità. Chi ha sbagliato però ha pagato. Comunque ben vengano le denunce, tipo quelle di Zeman sul doping. Prima i calciatori si fidavano e prendevano di tutto“.
Poi passa a parlare del tifo violento: “È un problema istituzionale: chi fa cose sbagliate deve essere punito. In carriera ho visto società conniventi, ma non creda a chi le dice che prima tutto era più bello. Le cose sono migliorate, ma all’estero sono cresciuti di più e adesso non siamo in vetta”. E teme per Napoli-Roma del 1 novembre: “So che forse non servirà, ma io un appello voglio farlo lo stesso. Napoli e Roma sono città che si assomigliano sotto tanti punti di vista e devono tornare ad essere amiche come una volta. Mi dispiace che mamma Antonella abbia criticato Totti. È stata una strumentalizzazione perché Francesco parlava della sua esperienza di vent’anni. Comunque nel nome di Ciro dobbiamo fermare la spirale dell’odio“.
Poi De Sanctis torna al calcio giocato: “Lo scudetto lo vincono le più forti e noi e la Juve lo siamo, ma a Torino abbiamo dimostrato di essere meglio di loro. Per la Champions faremo il possibile, però la corsa è al titolo. Guardi che non vogliamo arrivare secondi, ma vincere. Possiamo farcela, e l’abbiamo capito dalle loro reazioni“. Mentre sul suo futuro nicchia: “La Roma mi ha fatto una proposta e io sto riflettendo, entro dicembre darò una risposta. Vorrei chiudere nel migliore dei modi, altrimenti potrei andare negli Stati Uniti“.
16 ottobre 2014