E’ stato avvistato nel quartiere di Boccea, Godenzio l’uomo che ormai è diventato star per alcuni, emblema del dilagante degrado che approda a Roma. Critica dopo critica c’è anche chi arriva a raccontarne la storia di colui che non sembra avere inibizioni nell’agire come animale nelle città. E dopo il bidet a cielo aperto a due passi da Palazzo delle Esposizioni, la suite a Termini, arriva la latrina di Boccea. Scuotono il capo i presenti tra l’imbarazzo e l’indecenza dell’atto cui sono sottoposti svoltando dietro a quell’aiuola. Tra chi lo addita come folle, c’e’ anche chi si chiede quali problemi abbia un uomo ridotto ad esistere al di sotto di un grado tanto degenerativo. E’ Filippino. Alcuni sostengono, e la voce dei Filippini si alza con indignazione verso le accuse rivolte, offesa dallo stereotipo di razza affidato loro. “è un ex imprenditore cinese, con problemi patologici di tipo comportamentale scaturiti, probabilmente, dall’aver perso, per questioni di gioco, la sua attività e di conseguenza la famiglia che lo ha allontanato”. Insomma non è il solito immigrato sporco e povero che riempie le bocche delle chiacchiere cittadine. Si tratta di un matto che matto non era, prima di perdere tutto. E’ Tvprato.it a raccontare la Storia di Godenzio per prima. Si parla di un uomo, un senzatetto di nome Hu Li Xia, conosciuto anche come “Il Vietnamita”. “una persona che ha bisogno di aiuto e non di essere deriso. A fine aprile è stato immortalato mentre, accovacciato, fa un bisogno nelle aiuole davanti alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze. L’immagine, diffusa via web, fece scalpore, provocando una lunga discussione sul degrado delle strade fiorentine”. E nonostante le critiche mosse il pubblico di facebook ignora la sensibilità e trasforma il Buffone in un idolo da osannare. E adesso la storia di Godenzio diventa leggenda grazie all’apporto di chi lo segue, stimolando anche il Sindaco a dare un’occhiata tra i più poveri della città. Una esaltazione che arriverà alle orecchie giuste, stimolando i gruppi di volontariato a operare nel sociale. “Noi siamo con lui non contro di lui. Grazie anche a questa pagina, molte persone che prima lo evitavano, ora con un sorriso gli donano delle piccole grandi cose” sostengono i fan di questa pagina. L’ironia fa miracoli, qualcuno dice. “Invece di farsi un ‘selfie’ potrebbero dargli un paio di mutande o di pantaloni puliti. Lui vive per la strada in condizioni terribili, non è in grado di chiedere aiuto a nessuno, mangia quello che trova rovistando nella spazzatura, dovrebbe essere compatito”. Sostiene qualcun altro. Certo è che tra chi critica l’atteggiamento dei fan, e chi ne sponsorizza le azioni, le voci iniziano a farsi sentire. Nel bene e nel male, arriveranno a commuovere o a risvegliare l’attenzione di chi si dovrebbe occupare di queste persone, certamente. Che sia questa una bufala o che sia la verità. Ogni atto volto a rendere noto culmina sempre in un gesto di sensibilizzazione anche se non voluto. Questo ciò’ che è davvero importante.
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17 ottobre 2014