Roma, 12 novembre – Cattura, uccisione, detenzione, commercio e vendita di specie particolarmente protette, somministrazione di prodotti non sottoposti a controlli sanitari, con conseguente rischio per la salute umana. E ancora: frode ed elusione delle norme fiscali, frode alimentare. Sono le ipotesi di reato formulate dall’Ente Nazionale Protezione Animali in una denuncia depositata oggi presso la Procura di Roma. La denuncia si riferisce ad alcuni fatti segnalati in un servizio delle “Iene”, andato in onda il 29 ottobre, nel corso del quale un ristoratore ed una persona non identificata sono stati colti sul fatto mentre somministravano e cedevano carne di delfino essiccata (musciame) all’inviato della trasmissione televisiva. Trattandosi di una specie particolarmente protetta dalla Cites, nonché dalle normative italiane, i delfini non possono in alcun modo essere pescati, uccisi, commercializzati e destinati al consumo alimentare. Anche perché gli esemplari presentano un alto rischio di contaminazione da sostanze xenobiotiche e parassiti, altamente pericolosi per la salute umana.
«In altri termini – spiega il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri – queste persone, non solo si sono rese responsabili di una serie di gravissimi reati ai danni della biodiversità dei nostri mari, già in crisi, ma hanno messo a rischio la salute dei loro clienti somministrando loro “prodotti” alimentari “in nero”, privi quindi degli opportuni controlli sanitari. Con una ulteriore aggravante: come emerge dal servizio delle “Iene”, il ristoratore e il commerciante abusivo erano pienamente consapevoli di violare la legge e quindi con l’aggravante del dolo.» Il sospetto dell’ENPA è che i casi denunciati non siano episodici e che rappresentino invece la punta dell’iceberg sotto la quale si nasconderebbe un mercato nero esteso e ramificato. Come sembra peraltro ammettere una delle persone intervistate sotto anonimato dalle “Iene”, secondo la quale esisterebbe un vero e proprio sistema finalizzato alla cattura, all’uccisione, al commercio ed al trasporto delle specie protette. Per questa ragione oltre alla denuncia alla Procura della Repubblica l’Enpa ha inviato una nota presso la direzione Cites del Corpo Forestale dello Stato.
«Auspichiamo che la magistratura da un lato accerti le responsabilità del ristoratore e del “commerciante” abusivo incastrati dalle “Iene”, punendoli con pene esemplari, dall’altro disponga di condurre un indagine approfondita per portare alla luce e stroncare i traffici illegali legati alla carne di delfino – prosegue Ferri –. Traffici alimentati anche dai “consumatori”, i quali, con la loro domanda di prodotti illegali, non solo contribuiscono coscientemente alla depredazione dei nostri mari e della loro biodiversità, ma mettono in grave pericolo la loro stessa salute.»
(Enpa)