Roma, 13 novembre – La Guardia di Finanza passa al setaccio la “Roma da bere”. Insieme alla Capitale, sotto la lente d’ingrandimento ci sono anche altre diverse città italiane. L’operazione delle Fiamme Gialle ha portato al sequestro di beni per un valore di oltre cinquanta milioni di euro nell’ambito di un’inchiesta derivata dal suicidio del broker romano Giovanni Paganini Marana. Il consulente finanziario era titolare di una società d’intermediazione mobiliare, ma lo scorso 7 settembre si è tolto la vita.
Il pubblico ministero Luca Tescaroli ha richiesto il provvedimento di sequestro, poi il giudice per le indagini preliminari Maurizio Caivano ne ha disposto l’operazione. Le indagini sono state svolte dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria delle Fiamme Gialle a seguito delle segnalazioni dei facoltosi clienti di Paganini. Essi lamentavano un buco finanziario sproporzionato creato dal broker e da altre persone con le somme loro investite, ma mai restituite.
Ad oggi, risultano indagate sette persone nell’inchiesta che ha riguardato la società Auditors Italiana s.r.l. Sono Paola Taccone Gallucci, Marco Chiarion Casoni, Amerigo Casamonti, Paolo Chiapparelli e Mauro Mazzantini, tutti di Roma; Anna Paola Tiscornia e Maria Immacolata Gambaro di Genova. I reati che vengono loro contestati sono diversi da indagato ad indagato e vanno dall’appropriazione indebita aggravata di somme degli investitori all’infedeltà patrimoniale aggravata, all’ostacolo dell’esercizio delle funzioni di vigilanza (affidate al ministero dell’Economia per le società di intermediazione mobiliare) e all’abusivo esercizio di attività finanziaria. Nei confronti di due degli indagati è anche ipotizzato il reato di riciclaggio.