Da una conferenza stampa al Senato del Movimento 5 Stelle (M5S), tenuta dal capogruppo Alberto Airola, Luigi Di Maio, Nunzia Catalfo e Daniele Pesco, risulta che il reddito di cittadinanza potrà riguardare circa 9 milioni di cittadini con l’importo massimo di 780 euro mensili a persona. Il tutto per un costo complessivo di circa 17 miliardi. La conferenza si è tenuta nel giorno in cui in commissione Lavoro di Palazzo Madama l’esame del ddl targato M5S. Si prevede che anche gli altri partiti appoggeranno questo provvedimento: “Anche Sel ha presentato un testo su questo. Qualsiasi cosa possa portare a compimento questo percorso, va benissimo“, ha detto Airola molto soddisfatto per la calendarizzazione di un “provvedimento dell’opposizione che per due anni ci è stato negato. Certa stampa e certa tv ci mostra come un Movimento che fa casino ed è aggressivo ma questo succede perché il sistema ci mette all’angolo e ci priva della possibilità di fare opposizione democraticamente“.
Nunzia Catalfo, senatrice del 5 Stelle e prima firmataria del ddl, ha illustrato i contenuti del provvedimento precisando che “non si tratta di un ammortizzatore sociale passivo, ma di una norma che aiuta nel reinserimento nella società. E poi non ci inventiamo nulla dal momento che il reddito di cittadinanza esiste in tutti i paesi europei tranne che in Ungheria, Grecia e Italia“. I contenuti: il reddito di cittadinanza sarà massimo di 780 euro al mese; significa che se un cittadino guadagna già 300 euro, prenderà la differenza. Questi soldi non sono pignorabili né soggetti a tassazione. Il reddito di cittadinanza è legato al numero dei componenti del nucleo familiare.
I requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza: avere più di 18 anni; essere disoccupato; percepire un reddito di lavoro inferiore alla soglia di povertà; percepire una pensione inferiore alla soglia di povertà. Gli obblighi del beneficiario invece sono: iscriversi presso i centri di impiego e rendersi subito disponibili a lavorare. E infatti, se si rifiuta una proposta di lavoro per tre volte, si perderà il diritto al reddito di cittadinanza. Altro obbligo: iniziare un percorso per essere accompagnati nella ricerca del lavoro dimostrando la reale volontà di trovare un posto. E poi ancora: offrire la propria disponibilità per progetti comunali utili alla collettività (8 ore settimanali); comunicare tempestivamente qualsiasi variazione del reddito.
Il deputato M5S Daniele Pesco ha sottolineato che “ci sono sanzioni penali per chi dichiara il falso” e ha espresso la sua soddisfazione per una “misura che è Keynesiana, espansiva” e alla quale “lavoriamo dall’inizio: per me è uno dei giorni più belli della mia vita perché si porta a compimento un progetto così importante. Un progetto messo in Rete e che ha avuto 10 mila emendamenti dai cittadini e alcuni sono diventati parti del ddl. Questo è il miglior esempio di democrazia partecipata“. Pesco poi ha illustrato le coperture possibili per la spesa complessiva di 17 miliardi sostenendo che “strumenti e risorse ci sono, basta solo farlo: 600 milioni vengono dall’aumento tassazione dei giochi d’azzardo; 1,2 miliardi dall’aumento delle tasse alle grandi imprese del petrolio e del gas; 1,4 miliardi dalla riduzione dei costi della Pubblica Amministrazione e della politica; 4,5 miliardi dal risparmio delle spese per l’acquisto dei beni. E ancora: da 2 a 4 miliardi dall’imposta sulle grandi ricchezze; 740 milioni dal taglio delle pensioni d’oro; 60 milioni dai tagli all’editoria; 3,5 miliardi dal taglio delle spese militari; 600 miliardi dalla quota 8 per mille; circa 45 milioni dalla quota 2 per mille più la riduzione del 25% dei contributi fino al 2017 e 580 milioni alla riduzione degli sgravi fiscali per le banche e l’assicurazione“.
Di Maio, infine, ha sottolineato che “il Movimento 5 stelle è sempre al servizio dei cittadini e a questo serve in modo partecipato, il lavoro che stiamo facendo in 5 e che vede coinvolto anche me. Il reddito di cittadinanza non è solo un provvedimento che aiuta chi resta indietro e dà uno sbocco nel lavoro. Certo, non è tutto così semplice ma se dobbiamo investire soldi pubblici, investiamoli per aiutare i cittadini“. Per questo, ha ribadito, gli 80 euro dati dal governo Renzi “sono un voto di scambio: con un reddito di cittadinanza dignitoso invece liberiamo i cittadini dal voto di scambio“.
4 dicembre 2014