Roma, 15 novembre- Comincia ad emergere la verità sui rapporti tra il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri e la famiglia di faccendieri milanesi Ligresti. Da un controllo dei tabulati telefonici è emerso che la frequenza e la tempistica delle telefonate tra la Cancellieri, suo marito e i Ligresti delineano un rapporto continuo. La scusa della solidarietà verso una famiglia di vecchi amici caduti in disgrazia sembra non reggere più, infatti le telefonate avvenivano un spesso: tra il 17 luglio e il 21 agosto il ministro ha chiamato per tre volte i familiari degli amici sotto inchiesta mentre tra il 17 luglio e la prima settimana di agosto, periodo in cui si discuteva in tribunale sulla permanenza o meno di Giulia Ligresti in carcere, il marito della Cancellieri Sebastiano Peluso chiamò sei volte lo zio di Giulia.
A proposito della telefonata avvenuta tra il ministro e Antonio Ligresti il 19 agosto, durante l’interrogazione del pm Vittorio Nessi, la Cancellieri riferisce di aver ricevuto la telefonata dell’amico preoccupato per lo stato di salute della nipote Giulia. I tabulati telefonici dicono il contrario e cioè che è stato il ministro ad effettuare la chiamata dal suo numero di cellulare mentre il numero chiamato è quelo di Antonio Ligresti, che risponde da una località in Val d’Aosta. Dunque in sede di processo, chiamata a testimoniare il ministro dice il falso. Dai tabulati emerge anche che la chiamata della Cancellieri del 19 agosto è avvenuta successivamente alle due chiamate di Antonino Ligresti del giorno precedente a cui lei non aveva risposto, tant’è che l’uomo, per sollecitarla, lasciò un messaggio sulla sua segreteria. Evidentemente si trattava di una richiesta improrogabile e il ministro era tenuto a rispondere, anche se l’amico che chiamava era il fratello di un detenuto ai domiciliari.
Dai tabulati telefonici di Antonino Ligresti spuntano anche il numero di Sebastiano Peluso, marito del ministro Cancellieri. La maggior parte delle chiamate tra i due, della durata di 3-4 minuti, avvengono tra la fine di luglio e la prima settimana di agosto, si tratta dei giorni decisivi a proposito della carcerazione di Giulia Ligresti; il 6 agosto naufraga la possibilità che Giulia esca dal carcere, visto il rifiuto del pm Silvia Salvadori.
Dalla fine di Luglio, quindi, Giulia Maria Ligresti, figlia di don Salvatore, si trova in carcere a Vercelli, medici e psicologi comunicano che la donna sta male perchè non riesce ad adattarsi al carcere. Intorno a Ferragosto arriva alla Procura di Torino un documento che ha reso necessari i successivi controlli da cui sono emerse le connessioni tra la Cancellieri e i Ligresti. Quella comunicazione urgente ha richiesto una procedura inconsueta che ha obbligato i magistrati a richiedere una perizia sullo stato di salute di Giulia Ligresti, che il 28 agosto è stata rilasciata. Si tratta di una procedura inusuale in quanto molto raramente quando un detenuto rifiuta il cibo si innesca questo tipo di meccanismo, ma dai tabulati telefonici è difficile stabilire un nesso tra la personale attivazione del ministro e l’intervento decisivo del carcere.
Il 5 novembre scorso Anna Maria Cancellieri ha chiesto al Parlamento di non giudicarla da una telefonata ma dai fatti che sono seguiti: una comunicazione autoassolutoria che, insieme all’interrogatorio impreciso e alle telefonate di cui si è detto fornisce fatti sufficienti ad andare più a fondo alla questione.