“Dopo il k.o. con la Juve, quando ho detto che vinceremo lo scudetto, ero allenatore perché ci credevo, e attore perché era il momento giusto per farlo. Poi il campionato dirà la sua verità e accetterò il verdetto. Certo, perdere così è difficile da accettare, forse non ci riuscirò per tutta la stagione o per tutta la vita“. A confessarlo in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport è Rudi Garcia, che quella sfida con i bianconeri proprio non l’ha digerita. “Non ho un rammarico per i 3 gol irregolari: è il sentimento di ingiustizia che è difficile da cancellare. Succede anche nella vita, ai più ricchi capitano situazioni favorevoli, ma non credo alla sudditanza. Gli arbitri sono uomini e devono decidere in una frazione di secondo. Da quando ci sono i 6 arbitri non ho visto miglioramenti. Così non funziona: o leviamo i replay o aiutiamo gli arbitri. E comunque non credo alla compensazione finale, il torto va valutato nel momento“.
Poi il tecnico torna sul momento della squadra finora: “Sono soddisfatto della nostra stagione. Abbiamo avuto tanti infortuni e la Champions ruba energie. La Roma è un grande club, ma non ha mai avuto continuità. Io sono ambizioso e abituato ad offrire performance superiori alle attese. È stato così a Lilla e a Roma. Non piango per avere Messi o Ronaldo, poi però spero che il prossimo anno miglioreremo la rosa. Abbiamo bisogno di giocatori più forti, ma dipende dalle disponibilità, anche se il budget non è tutto. Il modello è l’Atletico Madrid“.
Garcia comunque in questa finestra di mercato non ha chiesto nessuno: “Il gruppo attuale mi sta bene, sapevo della Coppa d’Africa e non chiedo nulla. Se non ha cambiato idea a Natale, Destro resterà.Sneijder? È un grande, ma è raro che il mercato invernale cambi le cose. Serve solo ai ricchi che possono modificare la squadra. Nainggolan è stata un’eccezione. Noi siamo sulla strada giusta. Vogliamo almeno un titolo“.
Poi inevitabile non chiedergli del capitano: “Non ho rimpianti per non avere Totti con 10 anni di meno. Il più bel complimento l’ho ricevuto da Guardiola: “Francesco ha un gioco intorno che gli consente di divertirsi”. Non posso chiedergli 15 gol a stagione, ma finché non si fermerà non mi pongo domande sulla Roma senza di lui. Mi auguro che l’addio sia all’altezza del suo talento. Vinciamo quest’anno e i prossimi e consentiamogli di fermarsi come merita. È intelligente e sa gestirsi, saprà lui quando si dovrà fermare. Non ho mai avuto un giocatore con un tale talento e una tale esperienza. De Rossi? Ha avuto qualche difficoltà a dicembre per cose fuori dal campo, ma è un grande giocatore e un grande uomo. Non ho mai visto uno che sappia fare tutto come lui”.
Infine Garcia torna sulla questione giovani e il suo poco utilizzo: “Se bisogna avere risultati subito occorre un giusto mix. So che dei talenti alla Roma hanno fruttato delle grandi plusvalenze. È giusto così, non è che non pensi al futuro del club, però rispondo dei risultati immediati. Quando ero al Lilla non ho lasciato Hazard in panchina a 17 anni: era forte e giocava, ma se ho dei giocatori di esperienza più forti dei giovani, giocano loro“.
3 gennaio 2015