La Resistenza in Italia del 1943-45 si ricollega all’antifascismo del ventennio 1922-43; prima di tutto a quello attivo degli esuli all’estero che avevano partecipato alla guerra civile spagnola con la convinzione che fosse il preludio dell’azione insurrezionale contro il fascismo. Inoltre, si riallaccia ai gruppi di azione clandestina operanti in Italia, tutti collegati all’antifascismo morale e ideologico dei superstiti delle formazioni liberali, democratiche, socialiste, “popolari” dopo il fallimento dell’Aventino: tutti provati dalla dalle repressioni di polizia e dei tribunali speciali. La Resistenza in Italia è stata una realtà di sentimento, ribellione alle violenze e alle crudeltà sempre maggiori che si sono manifestate con il governo fascista e tedesco-nazista durante il periodo di occupazione.
Il malcontento nei confronti di Mussolini non ha fatto altro che aumentare e l’8 settembre del 1943, dopo aver proclamato l’armistizio con gli Alleati firmato dal governo provvisorio guidato da Badoglio, è iniziata la Resistenza Civile. L’Italia fascista ha occupato il Centro-Nord italiano con la Germania nazista e gli antifascisti hanno dato vita al Comitato di Liberazione Nazionale, guidato dai partigiani, che sicuramente hanno dato un aiuto importante agli Alleati. Il 4 giugno 1944 gli Alleati sono riusciti a liberare Roma e a fine estate è stata la volta di Firenze, ma i tedeschi si sono rifugiati sulla linea gotica e gli scontri non sono cessati, anzi, si sono fatti anche più crudeli.
Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale ha proclamato l’insurrezione: “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire“. Queste le parole di Sandro Pertini quando è stata annunciata l’insurrezione i tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. A quel puto i partigiani hanno attaccato i centri urbani delle città del Nord Italia e i tedeschi si sono arresi al CNL prima ancora dell’arrivo degli Alleati. Il 29 aprile la firma della resa tedesca.
Da quel 25 aprile sono passati settant’anni, sessantanove da quando Alcide De Gasperi ha suggerito al Principe Umberto (al tempo Luogotenente del Regno d’Italia) di istituire la festa della Liberazione con un decreto legislativo: “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”. Da quell’anno è stata sempre festeggiata e nel 1949 è diventata ufficialmente festa nazionale con la legge n. 260 del 27 maggio 1949.
“Sono considerati giorni festivi, agli effetti della osservanza del completo orario festivo e del divieto di compiere determinati atti giuridici, oltre al giorno della festa nazionale, i giorni seguenti: […] il 25 aprile, anniversario della liberazione;[…]“.