Roma, 6 dicembre- Gli scontri fra cristiani e musulmani nella Repubblica Centrafricana stanno peggiorando, con centinaia di morti, coperti da teli bianchi e allineati nelle moschee. La Francia, dopo il via libera dell’Onu, è pronta a raddoppiare i proprio uomini sul territorio africano allo scopo di proteggere la popolazione ed evitare altre stragi.
I primi scontri sono iniziati giovedì e proseguiti nelle ore successive, a scendere in campo, da una parte ci sono i membri della coalizione ribelle Seleka e, dall’altra i vigilantes cristiani, sostenitori del presidente deposto François Bozizéa. A far scattare però l’allarme dell’onu sono stati i quasi 80 cadaveri trovati, sempre giovedì, all’interno di una moschea. Teli bianchi stesi a terra, simbolo di questa neo guerra e della violazione di un luogo di culto che dovrebbe essere sacro. 80 teli bianchi che testimoniano il messaggio errato della religione che invece di unire e rendere gli uomini tutti uguali agli occhi del signore, porta con sè un velo di morte e di supremazia degli uni sugli altri. La Francia, storicamente alleata della Repubblica Centrafricana, ha deciso di intervenire in difesa di uno degli Stati più poveri e più dimenticati. L’Onu ha concesso il suo via libera per una missione di pace, che permetterà il controllo del territorio a fianco dei soldati africani ed eviterà il ripetersi di simili stragi. In proposito il presidente Hollande ha dichiarato in un intervista televisiva «i 650 soldati già presenti nella Repubblica Centrafricana saranno raddoppiati tra qualche giorno per non dire tra qualche ora. La Francia ha un dovere di assistenza e di solidarietà nei confronti di un paese amico, uno dei paesi più poveri del mondo, paese che chiede aiuto. Alla Francia si chiede di evitare una catastrofe umanitaria e la Francia sarà lì». Il primo ministro della Repubblica Centrafricana, Nicolas Tiangaye, in un’intervista ad Associated Press ha accolto con favore l’annuncio dell’intervento militare. Tiangaye, che si trova a Parigi per un summit, ha ringraziato il suo alleato per l’aiuto promesso e la mano ferma dimostrata in queste occasioni di urgenza, per porre fine alle violenze e alle atrocità.