“C’è la campagna politica elettorale e credo esista la volontà di fare della Buona Scuola una battaglia politica, al di là dei contenuti“. Così il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini sullo sciopero dei docenti di oggi, su cui però ha preferito “non drammatizzare“. In un intervista a Qn, infatti, afferma che “noto che non si colgono gli aspetti innovativi mentre si sottolineano questioni che non esistono. Per tre volte sono stati in riunione con me, da settembre a gennaio. È stato un confronto serrato con l’ arroccamento su alcune posizioni che ricordano stagioni ormai passate. Come si spiega la protesta per l’assunzione di 100mila precari? Come si giustifica il rifiuto alla chiusura della stagione del precariato storico? È un’agitazione che non ha presupposti”, dice Giannini, che parla di “difesa di posizioni antiche. Potevo ancora capire quando i fondi non c’erano. Lo scetticismo – osserva – ci poteva stare. Ma adesso che sono stati assegnati 3 miliardi e non tutti per le assunzioni e 4 miliardi per l’edilizia scolastica, non capisco“. E sulla possibilità di un decreto per l’assunzione dei 100 mila precari, aggiunge: “Stiamo lavorando silenziosamente. La scadenza massima è metà giugno, entro quella data il ministero, con un grande sforzo, riuscirà a garantire il corretto avvio del nuovo anno scolastico. Siamo consapevoli che se dovessero insorgere ostacoli si dovrà cambiare via“.
“Perché uno sciopero della scuola di queste dimensioni, con tutti i sindacati in piazza, non si vedeva da sette anni? Perché da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla“, ha invece risposto il ministro a Giovanni Minoli durante un intervista rilasciata ai microfoni di Radio 24. In merito al numero di adesioni allo sciopero dei docenti, Giannini ammette di non aver nessun dato a riguardo, dichiarando come la conta spetti agli organizzatori e non al ministero. In seguito, torna sul ddl affermando l’utilizzo di tale strumento quale scelta “per tenere aperta la discussione. È l’apertura al miglioramento, perché questo deve fare il Parlamento, portando anche le istanze della società. Sulla scuola lo facciamo e l’abbiamo fatto con convinzione, perchè è centrale. Da un anno è aperto il dibattito, continuiamo ad avere questa modalità di ascolto”. Sui poteri dei presidi: “Noi riteniamo – ha spiegato Giannini – che il dirigente debba assumere funzioni di responsabilità che ogni leader educativo deve poter avere e a questo facciamo corrispondere un accuratissimo sistema di valutazione che già è partito“.
Sciopero dei docenti, Giannini: “Sciopero Politico. Erano sette anni che non ci si occupava di scuola | ITMTelevision
5 Maggio 2015 @ 11:52
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