Furto o smarrimento della carta di credito: in base a una sentenza dell’Arbitro Bancario Finanziario, non è detto che si sia stati poco diligenti se il prelievo illegale avviene rapidamente
Una sentenza molto interessante può aiutare quelle persone che hanno smarrito la carta di credito o che è stata loro rubata. Si tratta della decisione dell’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) dello scorso 29 aprile: riassumendo il succo di quello che è stato deciso, se la carta è stata rubata e dopo pochi minuti cominciano ad essere prelevati dal conto corrente parecchi soldi non vuol dire automaticamente che la persona derubata non è stata diligente nel custodire il Pin.
Di conseguenza, la banca è costretta a risarcire quanto perso. L’istituto di credito potrebbe pensare che i codici non siano stati nascosti a dovere e rifiutare la richiesta di rimborso. Secondo la legge, infatti, la restituzione può esserci soltanto se bancomat e Pin sono stati conservati diligentemente.
Non è raro che si scriva il codice su un foglietto per poi riporlo nel portafoglio: quindi, il ladro può rubare entrambi in un solo colpo. La banca deve sempre dimostrare questa diligenza del correntista, ma comunque la sentenza dell’ABF stabilisce che un tempo troppo breve tra il furto e il prelievo illegale non è sinonimo di negligenza. L’istituto di credito non può rifiutare il risarcimento, a meno che non dia una prova puntuale e precisa.