Roma, 11 gennaio – Quando si dice che prima o poi ci faranno pagare anche l’aria non si esagera ormai più di tanto. La nuova tassa approvata dal Senato lo scorso dicembre riguarda infatti i vulcani. Ebbene si, si pagherà una tassa per poterli vedere. L’emendamento al “decreto salva-Roma” è presentato dal senatore di Nuovo centro-destra, il siciliano Antonio D’Alì, che prevede un balzello aggiuntivo per chi intende visitare alcune località dove sono presenti vulcani. In Italia per le isole minori si può già applicare, al posto della tassa di soggiorno, una tassa di sbarco di 2,50 euro. Il costo, a discrezione comunale, potrà arrivare fino a 5 euro. Secondo alcuni non si tratterebbe di una nuova tassa ma di una sostituzione alla già esistente tassa di soggiorno. Il sindaco Giorgianni (Lipari) contesta che si tratti di una nuova imposta, in quanto esiste già la tassa di soggiorno. Ricorda poi che nel suo territorio esistono ben due vulcani attivi con ingenti spese «che l’amministrazione locale sostiene per la loro fruizione in sicurezza». E a quanti cominciano a lamentarsi per il nuovo balzello, che nell’importo potrà crescere fino a 5 euro, Giorgianni spiega quanti sono i problemi che deve affrontare la sua amministrazione. «Non si tratta di una nuova imposta o di un inutile balzello -spiega- . Sin dallo scorso anno esisteva già per l’accesso ai vulcani l’opportunità di istituire un ticket con la più discutibile procedura di contabilità speciale conseguente ad una ordinanza di protezione civile». Con la nuova norma, sostene sempre il sindaco, «si riporta all’ordinario una procedura che non è straordinaria e che permette all’amministrazione locale di far fronte a costi necessari per potere sfruttare al meglio il nostro territorio».