Roma, 3 marzo – Continua l’alta tensione fra Russia ed Ucraina, da giorni sul piede di guerra. Dopo la Crimea, anche il Parlamento regionale di Donetsk, zona industriale ucraina verso il confine orientale con la Russia, si è espresso con una netta maggioranza in favore di un referendum che ridefinisca la situazione politica dell’area a prevalenza russofona. Un centinaio di uomini hanno inoltre fatto irruzione nella sede amministrativa, occupando alcuni piani dell’edificio sulla cui sommità già sventolava la bandiera bianca, blu e rossa a strisce orizzontali.
Ferma la condanna delle forze occidentali, i lavori di preparazione al G8 di Sochi previsto per giugno sono stati sospesi. Gli altri Sette Grandi dichiarano l’impegno a “mobilizzare rapidamente l’assistenza tecnica per supportare l’Ucraina ad affrontare le sue sfide in campo macroeconomico, regolamentare e sul fronte anti-corruzione”. Sulla stessa linea il presidente del Consiglio d’Europa Von Rompuy ed il commissario Barroso, fermi nel condannare la Russia per la “violazione della sovranità e dell’integrità territoriale ucraina”.
Il nostro ministro degli Esteri Mogherini tiene “aperta la strada del dialogo”, così come conferma il primo ministro Renzi: “non bisogna lasciare nulla di intentato perché gli sforzi diplomatici proseguano”. Cautela anche dagli States, dove l’amministrazione Obama allontana ogni possibilità di intervento militare, puntando su negoziati nella speranza che risultino efficaci.
Nonostante lo sconfinamento di due aerei caccia nello spazio appartenente all’Ucraina, il viceministro degli Esteri russo fresco di nomina Grigori Karasin ha rassicurato che “la Russia non vuole il conflitto”, gli fa eco il presidente del senato Valentina Matvienko: “non ci sarà mai guerra fra noi, siamo popoli fratelli”. Sarà, ma le autorità ucraine denunciano sbarchi massicci di soldati russi in Crimea, si parla di dieci elicotteri militari e otto aerei da trasporto, senza che vi fossero richieste di autorizzazioni.
Il presidente il premier russo Medvedev intanto ribadisce la legittimità del potere del fuggitivo Ianukovich. Secondo lui, “se colpevole dovrebbe essere sottoposto ad impeachment secondo la Costituzione e processato. Qualsiasi altra cosa è arbitraria. Una presa del potere. E in questo caso il regime sarà estremamente instabile e finirà con un nuovo colpo di stato, nuovo spargimento di sangue”.
Ucraina: Crimea tra Oriente e Occidente. In attesa di un referendum
10 Marzo 2014 @ 18:23
[…] stata una enorme manifestazione contro il governo ucraino di Kiev portata avanti dai filorussi. La minaccia di secessione dall’Ucraina sembra vicina e il colloquio tra Lavrov ministro degli Esteri russo e il segretario […]