Roma, 25 ottobre 2013 – Il GUP (Giudice dell’Udienza Preliminare) di Ascoli Piceno ha detto la sua: spingere una ragazza appoggiando la mano sul fondoschiena non prefigura il reato di atto sessuale, ma solo quello di violenza privata. È quanto è stato stabilito oggi, dopo aver assolto un giovane ascolano per l’accusa di atti sessuali, condannandolo esclusivamente ad otto mesi per violenza privata: la ragazza, infatti, non gli aveva chiesto di spingerla, né di toccarla.
Secondo quanto ricostruito, i due erano fermi ad un semaforo: lui in scooter, lei in bicicletta. Il ragazzo con qualche problema mentale, le aveva improvvisamente poggiato la mano sulle natiche, spingendola per qualche metro insieme a lui. Un atto che non è stato affatto gradito dalla ragazza, la quale ha fatto immediatamente scattare la denuncia. Tuttavia, per il giudice non sussistono le caratteristiche per definire il gesto a sfondo sessuale, visto che entrambi erano in movimento su mezzi separati. Ciononostante, è bastato per definirla come una mera violenza sessuale privata.