Roma, 25 ottobre – Le tasse aumentano e i comuni si preoccupano di non farcela comunque. Non basteranno, infatti la Trise la Tari e la Tasi a risollevare le casse sei comuni che non si possono accontentare miliardo di compensazione promesso dal governo. Il bilancio 2013 va chiuso, infatti, entro fine novembre, e fino ad allora si stanno cercando tutte le soluzioni per sistemare le casse vuote. Molti municipi hanno varato aliquote Imu sulla prima casa più alte dello scorso anno. Ma l’imposta è stata cancellata (da ieri il decreto che azzera la prima rata è legge) e le compensazioni statali non saranno sufficienti, perché calcolate sul gettito 2012. La tassa verrà sostituita nel 2014 dalla Tasi, che a sua volta farà parte della Trise.
Ma non basta ancora, le proiezioni non sono ottimali e i comuni pensano di sollevare al massimo l’aliquota (2,5 per mille). A caccia di risorse, i sindaci sembrano ripiegare su tariffe rifiuti e addizionali Irpef. Tra i vari comuni che in questi giorni stanno cercando varie soluzioni, troviamo Roma che si ritrova con le casse in rosso. Un debito di oltre 850milioni di euro, lasciato in eredità dall’amministrazione Alemanno, mette la capitale in seria difficoltà. Rispetto alla Tasi, Marino dovrà ovviamente considerare anche la norma speciale nella legge di Stabilità che potrebbe valere 500-600 milioni di euro. Il sindaco della capitale ha però deciso di attendere ed essere certo che questi finanziamenti arrivino davvero, in caso contrario tasse alle stelle. Peraltro i contribuenti romani vivono non soltanto l’aggravio dell’addizionale per il debito commissariato, ma anche quell’1,73 per cento di addizionale regionale che, se l’amministrazione Zingaretti non troverà forme di risparmio alternative, crescerà di un ulteriore 0,6 per cento l’anno prossimo e ancora dell’1 per cento nel 2015. Insomma, che i soldi si trovino o meno, a pagarne le spese saranno sempre i cittadini.